Una delle cose che ho imparato da quando ho aperto
questo blog è che le soddisfazioni maggiori arrivano dalla condivisione. Si
conoscono attraverso questo mezzo tante persone che coltivano la stessa
passione, si passa a trovarle e loro ricambiano la visita. Si abita in luoghi
distanti tra loro eppure, farsi visita a vicenda è un po’ come andare a prendere
il tè da una cara amica per scambiare quattro chiacchiere, raccontarsi,
divertirsi, conoscersi e imparare tante cose.
Flavia ha ideato un gioco proprio all’insegna di
questa condivisione, ideando un contest, The Recie-tionist, che seguo da lontano da un po’ non
riuscendo a prendervi parte attivamente. L’idea è
semplice ma geniale al tempo stesso: si va a casa di una amica blogger, la
recipe-tionist del mese (dove per andare a casa ovviamente si intende fare un
giro sul suo blog) e si replica una delle sue ricette, tale e quale per quanto
riguarda gli ingredienti (o variandone al massimo uno solo), con la possibilità
se si vuole di modificarla nell’esecuzione.
Per tornare al discorso della condivisione, capita
a volte di stabilire una sintonia particolare con qualcuno e anche di passare
dal virtuale al reale e di conoscersi di persona. Ecco, in questa ricetta c’entrano
ben tre amiche speciali, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente e
con cui spero di poter approfondire in futuro la conoscenza sperando di
rivederle presto.
Una è la vulcanica (in tutti i sensi visto il
bellissimo e scoppiettante carattere e simpatia di cui è dotata ma anche il
vulcano ai piedi del quale vive) padrona di casa, Flavia.
La seconda è la mia catalana preferita, l’incantevole
Mai, che è la recipe-tionist del mese e di cui ho replicato una ricetta.
La terza è la dolcissima Ale, con cui ho grande
sintonia da quando l’ho conosciuta grazie a una pinza (siamo su un blog di
cucina quindi per pinza intendesi sempre qualcosa di commestibile, ovvero la
pinza pasquale triestina) e grazie alla quale ho imparato a fare gli jiaozi,
ovvero i famosi ravioli cinesi.
Grazie a queste tre amiche sono nati questi mediterranean jaozi, questi strani ravioli cinesi mediterranei, ed
è a loro che dedico questa ricetta.
Ecco, avrò sicuramente fatto la figura di quella a
cui piacciono le smancerie, normalmente non è così, ma quando ci vuole... ;)
Curiosare nel blog di Mai, Il colore della curcuma, è come tuffarsi in un
mondo magico, perché lei è un po’ magica. I suoi post sono sempre speciali e le
sue parole mai banali. E le sue ricette spettacolari.
Sono tante quelle che mi hanno colpito. Molte me le
ricordavo per averle già viste in passato, alcune le ho scoperte in questa
occasione. Insomma, è stato davvero piacevole fare un giretto a casa sua.
La cosa divertente è che con questa ricetta abbiamo
creato una specie di rotolo, che è un po’ quello che mi accomuna a Mai, perché noi
abbiamo scoperto che cuciniamo cose arrotolate molto simili quasi
contemporaneamente ma ancora non abbiamo capito che cosa voglia dire questa cosa :)
Una specie di rotolo per due motivi: il primo è che
la ricetta che ho deciso di replicare è il suo strucolo pugliese che è appunto
arrotolato; il secondo è che ho scelto una ricetta che lei aveva preparato per
l’mtchallenge di febbraio, quello in cui ero stata io a scegliere il tema della
sfida, e così il cerchio si chiude, ho scelto io lo strudel, lei ha fatto lo
strucolo pugliese e io con i suoi strepitosi ingredienti lo rifaccio a modo
mio; il terzo motivo è che si parte da Trieste, si passa per la Catalogna, si
fa un salto in Sicilia, poi un viaggetto in Cina già che ci siamo e poi si
approda in Puglia, un’altra cosa che ho in comune con Mai e io e lei sappiamo
bene a cosa mi riferisco… :)
Per farla breve, il suo strucolo pugliese mi aveva
colpito tantissimo, era ripieno di scarola, olive, acciughe, uvetta e pinoli e
veniva adagiato su una particolarissima salsa di pomodoro preparata con le
cipolle caramellate e il brandy. E visto che la pasta dello strucolo bollito è
praticamente la stessa che viene usata per fare i ravioli cinesi, usando gli
stessi ingredienti e abbinamenti proposti da Mai, ho fatto invece dello strucolo
degli jiaozi. La salsa al pomodoro è stata una scoperta incredibile. Le
cipolle caramellate e il brandy (che mai avrei pensato di mettere in una salsa
di pomodoro, ma che bene che ci sta!) la rendono speciale e buonissima, la riutilizzerò sicuramente anche per altre preparazioni. E visto che dalla Puglia siamo
andati a finire in Cina, ho aggiunto alla salsa anche un po’ di zenzero fresco,
che le ha conferito un tocco orientaleggiante.
MEDITERRANEAN JAOZI
Ingredienti
per una quindicina di jiaozi
per
la pasta
150 g di farina 00
sale
per
il ripieno
1 cespo di indivia scarola
1 acciuga salata
4 olive nere kalamata
10 g di uvetta
10 g di pinoli
per la salsa
7 pomodori ramati molto maturi
1 cipolla dorata (media)
1 cucchiaio di zucchero mascobado
3 cucchiai di brandy
1 cucchiaino di zenzero fresco macinato
sale e olio extravergine d’oliva
Preparate la
pasta per i ravioli.
Scaldate un po’ d’acqua, deve essere
abbastanza calda ma non bollente. Setacciate la farina in un recipiente,
aggiungete il sale e versate a mano a mano l’acqua calda mescolando fino ad
ottenere un impasto compatto e sodo. Mettete l’impasto a riposare, coperto da
un panno umido o da una pellicola, per circa mezz’ora.
Preparate il ripieno.
Sminuzzate grossolanamente
la scarola, lavatela bene e fatela scolare ma non centrifugatela.
In una padella tostate i
pinoli e poi metteteli da parte.
Snocciolate le olive e
sminuzzatele. Lavate l'acciuga per togliere il sale e sminuzzatela.
Versate dell’olio in una
padella, fatelo scaldare, aggiungete l'acciuga e dopo qualche secondo le
olive, quindi la scarola e l’uvetta. Coprite con un coperchio, fate cuocere
mescolando spesso fino a quando l’acqua che avrà rilasciato la scarola si sarà
del tutto consumata. Aggiungete i pinoli e fate raffreddare.
Preparate la salsa
Pelate i pomodori, tritateli e metteteli da
parte. Sbucciate la cipolla, tagliatela a fette sottili e fatela soffriggere in
una padella capiente con dell'olio caldo a fuoco dolce. Quando la cipolla è trasparente
e morbida, aggiungete lo zucchero e fatela caramellare per un paio di minuti.
Versate il pomodoro, amalgamate per qualche minuto, versate il brandy, fatelo
sfumare, aggiungete lo zenzero tritato e fate cuocere il sugo a fuoco dolce
fino a quando si sarà ben ristretto. Fate raffreddare e riducete il tutto in un
crema liscia con il frullatore ad immersione.
Prendete la pasta e stendetela
sottile. Il procedimento per preparare gli jiaozi in realtà prevede che venga
formato un rotolo con la pasta dal quale si tagliano delle rondelle che poi
vanno stese a una a una per formare dei dischetti. Bisognerebbe però avere quel
tipico e piccolo mattarello che solitamente viene utilizzato a tale scopo ma
soprattutto tanto tempo (per chi come me che non ha l’esperienza di una donna
orientale in materia) e tanta pazienza. Quindi io di solito faccio così: stendo
la pasta il più possibile sottile, quindi, con un coppapasta rotondo del
diametro di 7 centimetri ricavo dalla sfoglia dei dischi. Reimpasto gli scarti
e continuo fino ad esaurire l’impasto. Nel caso i dischetti di pasta dovessero
essere un po’ spessi li ripasso a uno a uno con il mattarello velocemente per
appiattirli ulteriormente.
A questo punto prendete con un
cucchiaino un po’ di ripieno e sistematelo al centro di un dischetto di pasta.
Chiudete il dischetto a mezzaluna facendo aderire i due lembi di pasta solo al
centro, quindi chiudeteli sovrapponendo i lembi sia da una parte che dall’altra
per far sì che abbiano la tipica chiusura merlata degli jiaozi. È più difficile
spiegarlo il procedimento che farlo. Magari prossimamente illustrerò in un post
le varie fasi.
Farcite la pasta fino ad esaurimento
degli ingredienti e cuocete gli jiaozi. Si possono cuocere a vapore, in brodo o sulla
piastra. Io li ho cotti su piastra, perché è così che mi piacciono di più. Il
procedimento è quello che ho imparato leggendo il post di Ale, è semplicissimo
e il risultato è fantastico.
Disponete i ravioli senza nessun
tipo di condimento su una piastra o in una padella antiaderente uno accanto all’altro,
ma senza che si tocchino. Fate scaldare la piastra e quando è ben calda versate
all’interno un po’ d’acqua, non ce ne vuole molta, è sufficiente che raggiunga
un’altezza di circa mezzo centimetro. A questo punto coprite la padella con un
coperchio e alzate il fuoco al massimo, vedrete formarsi all’interno molto
vapore. Quando l’acqua si sarà del tutto consumata togliete il coperchio e
versate nella padella un po’ d’olio (normalmente si usa l'olio di semi di arachide ma in questo caso, visto il tipo di ripieno, ho usato dell'olio extra vergine d'oliva), fate cuocere i ravioli ancora un paio di
minuti in modo che si formi la caratteristica crosticina. Spegnete il fuoco e
togliete i ravioli dalla padella, verranno via molto facilmente.
Disponeteli in un piatto e
accompagnateli con la salsa di pomodoro.
Con questa ricetta partecipo al contest di Flavia, The Recipe-tionist di luglio, dove la Recipe-tionist del mese è Mai, del blog Il colore della Curcuma, che ci ha ospitato a casa sua.