Da quando dissi qui che la Parodi
prima di buttare le tagliatelle nell’acqua bollente le spezzettava tutte, non l’ha
più fatto. Incredibile ma vero. Mi è capitato di vederla altre due volte
(sempre mentre preparo la cena, mi devo giustificare, sento di doverlo fare) e
tutte e due le volte doveva preparare delle tagliatelle o pappardelle (sarà
forse per lo sponsor? certo che sì vista la confezione tipica giallognola sempre
in primo piano), le ha fatte inquadrare per bene dalla telecamera e poi giù, facendole
scivolare lievemente nell’acqua in ebollizione, con un piccolo moto della mano
che sembra voler significare “visto come si fa? mica si spezzettano!”. Questa
evoluzione probabilmente sarà dovuta proprio allo sponsor, che l’avrà redarguita
e minacciata di risolvere il contratto se non avesse smesso con lo spezzettamento.
lunedì 25 marzo 2013
sabato 16 marzo 2013
FIDEUÁ ALLE VONGOLE E STOCCAFISSO CON PEPERONI E CAPPERI E SALSA AI PINOLI
Quando ho letto che l’emmetichallenge
di febbraio era stato vinto da Mai del blog Il colore della curcuma ero
felicissima. Perché oltre a stimarla per la sua bravura e la sua simpatia ed
essere quindi contenta per la sua vittoria, Mai è spagnola. Chi mi conosce sa
della mia passione sconfinata per la Spagna, paese dove ho vissuto per un
periodo e che considero come la mia seconda patria. Ovviamente, amando la
Spagna amo anche tutto ciò che è spagnolo e quindi anche la cucina che
considero una delle più buone e ricche del mondo. Perché la cucina spagnola è
fatta di ingredienti genuini e semplici che la fantasia degli spagnoli riesce a
trasformare fino a creare piatti dai sapori incredibili, contraddistinti da
contrasti e abbinamenti che a volte sembrano azzardati ma che invece risultano sempre
incredibilmente riusciti. Piatti spesso colorati, che sanno di festa, di condivisione,
fatti per essere consumati insieme ai propri cari o ai propri amici in allegria
attorno a un tavolo.
E siccome la vincitrice dell’emmetichallenge
sceglie, come di consueto, la ricetta della sfida del mese successivo, ho
pensato che sicuramente sarebbe stata una ricetta spagnola.
E così infatti è stato. Ma quando
ho visto che Mai aveva scelto la fideuá mi sono scoraggiata. Tra tutte le
ricette che poteva proporre aveva scelto proprio la fideuá ovvero il piatto al
quale è legato uno dei ricordi più brutti di tutto il mio soggiorno spagnolo.
lunedì 11 marzo 2013
PANINI AL LATTICELLO CON OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA
Sono consapevole del fatto che con questa ricetta di oggi
creerò qualche scompenso a più di qualcuno.
Perché i buttermilk biscuits,
ovvero i panini al latticello, che ormai tutti conoscono e che sono dei
paninetti tipici della cucina statunitense, oltre ad avere la caratteristica di
essere preparati con l’utilizzo del latticello, normalmente prevedono l’impiego
del burro.
Ho provato a farli seguendo la
ricetta originale. Sono rimasta incantata dalla velocità con cui si preparano e
dalla sofficità che il latticello conferisce all’impasto. Però non so perché al
mio palato il sapore del burro, che tanto amo in altre preparazioni, in questi
panini mi disturbava un po’.
Sarà la mia natura mediterranea e
la mia innata propensione all’olio extravergine d’oliva, che cerco di
utilizzare per qualsiasi preparazione, fatto sta che ne è venuto fuori questo
esperimento. Che mi ha lasciato sbalordita.
Certo, forse per gli americani i
buttermilk biscuits con l’olio d’oliva sarebbero come per noi la pizza condita
con il burro. Non so che dire, chiedo perdono,
però a me questi buttermilk biscuits preparati con l’olio d’oliva mi hanno
letteralmente stregato.
Ottima alternativa al pane quando
non si ha tempo a disposizione (si fanno in venti minuti, cinque per la
preparazione dell’impasto e un quarto d’ora per la cottura) e sono una bellissima
idea per un antipasto, semplicemente tagliati a metà e farciti con quello che
più ci piace.
BUTTERMILK BISCUITS ALL’OLIO
EXTRAVERGINE D’OLIVA
Ingredienti
per una decina di panini del diametro di 5 cm
280 g di farina 00
200 g di latticello*
30 g di olio
extravergine d’oliva
2 cucchiaini di lievito
in polvere**
½ cucchiaino di
bicarbonato di sodio
1 cucchiaino di
zucchero
¾ di cucchiaino di
sale
*se non trovate il buttermilk
(latticello) potete seguire tre strade:
- provare a prepararlo in casa
utilizzando la panna (in rete ci sono vari siti che spiegano come fare) ma il
procedimento è abbastanza laborioso
- prepararlo mischiando uguali
quantità di yogurt e latte scremato (io però lo sconsiglio perché il risultato
non è lo stesso e la lievitazione ne risente)
- utilizzare il kefir (latte
fermentato) che si trova più facilmente (ho provato una volta ottenendo
ottimi risultati)
**il lievito in polvere non è
quello per dolci che solitamente è addizionato con vanillina, io uso un lievito
neutro che va bene sia per dolci che per salati a base di tartrato di potassio
(sembra una cosa pessima ma è semplicemente una sostanza ricavata dalla
fermentazione dell’uva) che dovrebbe essere il cosiddetto cremor tartaro che si
usava una volta, se non lo trovate va bene anche un lievito per torte salate
***
Setacciate la farina insieme al
lievito, al bicarbonato, allo zucchero e al sale.
Mescolate l'olio insieme al latticello e aggiungeteli alla farina. Lavorate velocemente l’impasto, quindi stendetelo con le mani su un piano infarinato in modo tale che abbia uno spessore di due o tre centimetri.
Mescolate l'olio insieme al latticello e aggiungeteli alla farina. Lavorate velocemente l’impasto, quindi stendetelo con le mani su un piano infarinato in modo tale che abbia uno spessore di due o tre centimetri.
Con uno stampino per biscotti
rotondo del diametro di cinque centimetri ricavate dall’impasto dei cerchi che
andranno disposti su una teglia ricoperta di carta da forno
Fate cuocere nel forno
preriscaldato a 220° per un quarto d’ora circa.
mercoledì 6 marzo 2013
UNA CREMA DI CAVOLETTI PER LO STARBOOKS REDONE
Da qualche mese seguo con
passione quella che secondo me è la più simpatica e originale rubrica creata
nel mondo della cucina virtuale, ovvero lo Starbooks, ideata dalle solite (in
quanto avvezze a questo tipo di mitiche imprese) amiche Ale e Dani di MenùTuristico, le quali, nel corso del tempo hanno creato e ampliato una squadra composta
da donne competenti e appassionate di cucina e di web (le chiamavano
“le Starbookers”) che armate di libri, traduttori, convertitori di misure e
soprattutto occhio clinico, preciso e inflessibile, fanno tremare gli autori di
libri di ricette di tutto il globo.
lunedì 4 marzo 2013
RAVIOLI CARINZIANI AL FORMAGGIO - KASNUDELN
Bastano trecento chilometri per cambiare mondo.
Paesaggi bianchi di neve
accecante, fumo che esce dai camini, campane che suonano a festa e sovrastano
le parole dei vecchi all’uscita dalla chiesa, mentre lo sguardo finalmente si perde all’orizzonte.
Le vacanze che piacciono a me
sono quelle che mi regalano per qualche giorno una vita che non è la mia, non perché
la mia non mi piaccia, anzi, ma solo perché è bello perdersi a volte in quella
di qualcun altro, per cercare di afferrare quel qualcosa che solo chi ha
vissuto in un certo luogo ha dentro di sé.
Ci sono tanti tipi di vacanza. E
se certamente mi piace la vacanza culturale, che inevitabilmente mi porta nei
luoghi più frequentati, devo dire che la vacanza perfetta per me è quella al riparo
dalla folla, dove posso calarmi fino in fondo in una realtà diversa, per capire
persone, luoghi e culture che non mi appartengono.
Perché, se ci si pensa bene,
tutti i luoghi del mondo frequentati dai turisti si assomigliano. È difficile
coglierne l’essenza, è impossibile far finta di essere uno del posto, forse gli
stessi abitanti del luogo non si sentono più tali, e alla fin fine, nonostante
ci si trovi in un ambiente nuovo, niente è veramente cambiato.
E allora anche questa volta, lontani
dalla ressa e dalle località alla moda, in una quasi sperduta tra le tante e
bellissime valli austriache.
Certo, c’è anche il tempo di
farsi una sciata. E c’è anche il tempo di fermarsi in un piccolo rifugio con
pochi tavoli all’aperto per mangiare, scaldati dal sole, dei piatti semplici ma
squisiti preparati con prodotti biologici.
Come questi fantastici kasnudeln
carinziani, che altro non sono che dei grossi ravioli ripieni al formaggio, che
ci sono stati serviti ricoperti di erbe e di fiori.
RAVIOLI CARINZIANI – KASNUDELN
Ingredienti
per quattro persone
per
la pasta
250 g di farina 00
1 uovo
1 pizzico di sale
acqua tiepida q.b.
per
il ripieno
250 g di formaggio tipo quark*
250 g di patate lesse
½ cipolla
1 spicchio d’aglio
1 mazzetto di cerfoglio
1 mazzetto di prezzemolo
tre o quattro foglie di menta
una noce di burro
2 pizzichi di sale sale
per
il condimento
burro a piacere
*Il quark è un formaggio molto
comune in Germania e in Austria (dove si chiama Topfen) e spesso viene
utilizzato per la preparazione dei dolci; se non lo si trova si può sostituire
con della ricotta addizionata con un cucchiaino di yogurt greco
Preparate la pasta amalgamando l’uovo
alla farina e al sale e aggiungendo man mano tanta acqua quanto ne basterà per
ottenere una pasta elastica, morbida ma che non appiccichi.
Fate riposare la pasta per un’ora
circa e nel frattempo preparate il ripieno.
Tritate la cipolla e l’aglio
finemente e fateli appassire nel burro.
Passate le patate nello
schiacciapatate e amalgamatele al formaggio sbriciolato, all’insieme di aglio e
cipolla, alle erbe tritate finemente e al sale.
Stendete la pasta non troppo
sottile e ricavatene dei cerchi di circa otto centimetri di diametro. Posizionate
in mezzo alla metà dei cerchi ottenuti una pallina formata con il ripieno e
richiudete con gli altri cerchi premendo bene le estremità, facendo uscire l’aria
per evitare che si aprano in cottura e formando sul bordo un cordoncino.
Cuocete in abbondante acqua
salata per alcuni minuti a fuoco dolce.
Condite con burro fuso a piacere.
venerdì 1 marzo 2013
BACCALÀ AL FORNO CON PATATE
Temo proprio che la maestra avesse ragione quando scrisse in una delle
mie pagelle che nonostante fossi bravissima in tutte le materie ero un po’
polemica.
All’epoca (avevo otto anni) mi indignai per quel giudizio che facevo
fatica peraltro a comprendere.
E se tendevo alla polemica ad otto anni, figuratevi adesso che ne è di me
;)
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