E si arriva a un’età, non della
vecchiaia, ma semplicemente quella del sentirsi finalmente adulti, che ti
regala quella consapevolezza, di te e degli altri, che da ragazzi non si può
avere. E mi guardo indietro e vedo una vita normale, alti e bassi, ma
fortunatamente senza mai abissi, una vita ricca ma tranquilla, spensierata e
felice, soprattutto da quando ho finalmente trovato l’altra parte di me, colui
che mi completa, la mia anima gemella, la persona perfetta per me, della quale
non ho mai dubitato nemmeno un attimo da quando l’ho incontrata e che mi ha fatto capire che l'unica cosa importante e che fa una vita degna di essere vissuta è quella di condividerla assieme alla persona amata.
Si studia, si legge, si viaggia, si
lavora, si vedono posti, si imparano cose, si incontrano persone, belle e
brutte, buone e cattive, ricche e povere d’animo. E pensi che la serenità che ti accompagna ti possa aver preparato ad affrontare qualsiasi
cosa, qualsiasi situazione e qualsiasi persona.
E perciò ti ritrovi spiazzato, con la
tua razionalità e il tuo equilibrio, quando sulla tua strada incontri chi, piuttosto
che vivere una realtà che non gli garba, se la crea a suo piacimento. Chi, con
lo sguardo vacuo, si nasconde dietro ad uno specchio, che peggio di un muro di
gomma più che respingere riflette su di te tutto ciò che cerchi di far capire,
per il bene suo e di chi gli sta accanto. E ti ritrovi ad essere accusata di
cose che non hai mai fatto, di gesti che non hai mai compiuto, di parole che
non hai mai detto, di una cattiveria che, chi ti conosce bene sa, non ti
appartiene, non ti è mai appartenuta. E vedi persone a te care soffrire per
l’assurdità di una realtà che non esiste, se non nella testa di una persona sola,
talmente fragile da non poter nemmeno ammettere di esserlo, talmente fragile
che, nella convinzione che quella sia la sua unica salvezza, riesce
nell’intento di cancellare tutto e tutti coloro che ha deciso esser causa del
suo male, senza capire che il male non sta fuori ma dentro di sé. Senza capire
che un amore vero non può essere leso da nessuno se non dai suoi due
protagonisti. E invece di capire si sente accusata. E invece di capire pensa
che la soluzione sia quella di accusarti di quello di cui si sente accusata.
Specchio riflesso… illudendosi che un momento d’ira in una vita normale possa
equivalere a migliaia di giornate di inquietudine profonda. Senza sapere che
chi ha radici profonde non può essere smosso nemmeno da un uragano.
E lo chiamano amore.
Privare una persona di un fratello da sempre amato, di una sorella sangue del suo sangue, di tutta la sua famiglia, del suo passato, dei suoi luoghi, del suo modo di
essere, del suo linguaggio, della sua allegria, della sua semplicità, della sua
spensieratezza.
Dei suoi genitori.
Solo per non riuscire ad
affrontare la paura di non essere tutto per lui. Solo per non riuscire ad
affrontare i propri demoni interiori, la possessività e la gelosia morbosa,
talmente dilaniante da far piazza pulita intorno a sé. Illudendosi così di
poter essere felice.
E lo chiamano amore.
Avresti potuto ricevere come un
regalo la mia sincerità e ti sarebbe servita se solo ne avessi fatto buon uso.
Ma tu invece di costruire vuoi solo distruggere e la mia sincerità l’hai usata
come un’arma contro di me per ottenere quello che volevi. Quale errore grossolano confondere un possibile alleato con un nemico da sconfiggere!
Hai solo un modo per salvarti. Dimostrare
di essere una donna e non una bambina, tirare fuori un po’ di coraggio e far
vedere che sai veramente amare, di quell’amore vero, l’unico amore che possa esser
degno di esser così chiamato, che fa anteporre sempre a sé il bene della
persona amata.
Se no la tua è una guerra persa,
perché non sai ascoltare, perché non sai capire, ma soprattutto perché non sai
amare.
E il tempo mi darà ragione.
Ho letto Mari ma è impossibile commentare una riflessione così intima senza conoscere i protagonisti e la storia. Posso solo continuare a leggere e fare il tifo affinchè le cose seguano il corso naturale dell'andare avanti perchè se c'è una cosa che l'età mi sta insegnando, è proprio quella di non opporsi in modo ostinato e rigido al vento che mi vuole solo piegare ma non estirpare.
RispondiEliminaUn abbraccio, usalo quando ne avrai più bisogno.
non so se ho capito bene...so che per me l'amore ha troppe sfaccettature e forse sono io che non riesco ad interpretarle e a me capitano solo quelle "sbagliate". per me amore significa : incomprensione, possesività, irrazionalità,prepotenza...forse per questo il mio approccio è da sempre "distaccato". accusata di essere una persona algida fingo di esserlo ...per evitare discussioni e nuove incomprensioni e per mantenere uno status quo forse un pò opportunista ...sto "gelida" tra le mie piccole cose, guardando al passato che mi ha sempre vista privarmi di ciò che amavo veramente in cambio ...del nulla cosmico. ma, ci dicono, così è la vita... ti abbraccio forte ....
RispondiEliminaun post di cuore e di testa, magnifico
RispondiEliminaNon so se hai bisogno di un commento a questa riflessione se cosi si può chiamarla, ma ho letto tutto fino in fondo due volte per capire in mezzo alle righe qualcosa di più.
RispondiEliminaInfatti non commento dico soltanto che nel contesto la riflessione non fa una grinza e mi trova pienamento d'accordo.
Un abbraccio.