Una delle cose belle di avere un
blog, che sia di food o altro, credo che sia quella di avere la possibilità di
confrontarti con altre persone che hanno la tua stessa passione. Si creano così
legami inaspettati sulla base di scambi costanti di idee, esperienze, pareri.
In quest’ottica mi ha fatto un piacere enorme che Francy, del blog Burro e Zucchero abbia fatto affidamento su di me per proporre la ricetta della paella
nell’ambito dell’Abbecedario europeo. Si è fidata di me e della mia ricetta e
questo mi ha fatto un piacere enorme.
Non potevo quindi non partecipare anch'io, a maggior ragione in quanto si parla di cucina spagnola, che io adoro. E
anche se, causa periodo incasinatissimo, arrivo in extremis, eccomi qui a
proporre una ricetta particolarissima, che mi ricorda il nostro ultimo viaggio
in Spagna, nel luglio dell’estate scorsa, che da Barcellona ci ha portati sino
alla Castilla y León, per poi scendere nella Castilla la Mancha dove abbiamo
soggiornato nel paese di Dulcinea, l’amore di Don Chisciotte, per poi giungere
a Valencia dove ci siamo fermati un paio di giorni.
Come sa bene chi come me è appassionato di cibo e alimentazione, è facile che alla fine di un viaggio si ritorni a casa con qualche prodotto tipico dei luoghi visitati. Lo so, può sembrare strano, alla fine di questo ultimo viaggio, uno dei pacchi più preziosi portati a casa è stato un sacchetto di fagioli :)
Una delle tappe più belle è stata
quella che abbiamo trascorso a Segovia, dove ero stata l’ultima volta nel
periodo in cui ho vissuto ad Alcalà de Henares, ormai un po’ di anni fa, e che
mi ha fatto un piacere enorme rivisitare, scoprendola cambiata, in meglio,
molto ben tenuta rispetto a una volta e ben valorizzata, come gli spagnoli
hanno imparato a fare egregiamente con tutti i loro beni architettonici e culturali,
al contrario di noi italiani.Come sa bene chi come me è appassionato di cibo e alimentazione, è facile che alla fine di un viaggio si ritorni a casa con qualche prodotto tipico dei luoghi visitati. Lo so, può sembrare strano, alla fine di questo ultimo viaggio, uno dei pacchi più preziosi portati a casa è stato un sacchetto di fagioli :)
E così siamo andati alla scoperta
della sua incredibile cattedrale e del suo Alcazar che sorge su uno sperone di
roccia e che domina la pianura sottostante.
E il suo incredibile acquedotto
romano, splendidamente conservato, che attraversa letteralmente tutta la città
e che di notte viene illuminato e si staglia nell’oscurità.
La sera non
potevamo non andare in uno dei ristoranti più famosi e tipici della città ad
assaggiare una delle specialità del posto, il cochinillo asado, il maialino da
latte cucinato nel forno a legna.
Io, lo ammetto, non sono una
grande estimatrice del genere, anche perché i maialini mi fanno pena. Però
capisco che a Segovia e dintorni sia una tradizione molto radicata e particolarmente
apprezzata. Il ristorante in cui siamo stati era molto caratteristico, i
maialini vengono portati su dei carrelli interi e per dimostrare quanto siano
teneri, prima di essere serviti vengono tagliati a pezzi con un piatto (ho anche le foto ma per rispetto al maialino ho preferito non pubblicarle).
Facendoci consigliare dal
cameriere, ci siamo fatti portare qualche assaggio delle specialità del posto.
Mai e poi mai avrei pensato di riuscire ad assaggiare nuovamente la morcilla,
un tipico sanguinaccio preparato con l’aggiunta di riso. E mai e poi mai avrei
pensato di riuscire ad apprezzare in pieno luglio un piattino di fagioli.
Insomma, una cenetta leggera leggera :)
Ad ogni modo ne è valsa la pena e poi non vogliamo mica fare i soliti italiani
che all’estero si mettono a mangiare pizza e spaghetti no?
Quei fagioli mi hanno
letteralmente stregato. Fagioloni (per questo chiamati judiones, da judias
fagioli) bianchi, grandi, enormi, in una salsetta a base di pimentón dulce. Dal
sapore particolare, dolci e tenerissimi.
Così il giorno dopo, quando li ho
visti su uno scaffale non ho potuto fare a meno di comprarli e finalmente l’altro
giorno li ho preparati secondo la tipica ricetta di quei posti, ma senza l’aggiunta
di pancetta né chorizo come normalmente vengono fatti.
Questo è il modo in cui solitamente vengono preparati.
JUDIONES DE LA GRANJA
500 g di fagioloni bianchi
1 cipolla
3 spicchi d’aglio
1 foglia di alloro
1 cucchiaio di farina
1 cucchiaio di pimentón dulce
qualche foglia di prezzemolo
olio
sale
Tenere in ammollo i fagioli per
almeno dodici ore. Quindi metterli in una pentola con acqua fredda e una foglia
di alloro. Portare ad ebollizione e non appena l’acqua comincia a bollire
versare nella pentola due bicchieri di acqua fredda. Da quello che ho capito
questa operazione fa sì che la pelle non si stacchi.
Cuocere per circa tre ore. Quando
manca un quarto d’ora alla fine della cottura, in un pentolino fare appassire
la cipolla tritata finemente con un po’ d’olio, quindi aggiungere la farina e
il pimentón dulce, tostare leggermente ed aggiungere ai fagioli. In un mortaio
pestare gli spicchi d’aglio insieme al prezzemolo, un po’ di sale e quindi
aggiungere al pesto tre o quattro fagioli in modo da ottenere una crema densa
che va aggiunta anch’essa ai fagioli. Far cuocere ancora un quarto d’ora e poi
servire i fagioli belli caldi.
¡Que aproveche!
Spettacolo di immagini!
RispondiEliminaIn un luogo simile uno vorrebbe restarci....non passarci.
Sono quei luoghi ai quali senti di poter appartenere. Ho avuto sempre questo pensiero, che ci siano paesaggi emozionanti, di pura passione, dove vivere il momento e poi andare oltre, luoghi estremi, persino esagerati, di quelli che ti tolgono il fiato.
Poi ci sono i luoghi morbidi, che ti accolgono e ti avvolgono, che ti conquistano e diventano indispensabili, rassicuranti, dolcissimi, non te li togli più dalla pelle e dal pensiero.
Esattamente come questo......pure con quella meraviglia di fagioli!!!;))))))
Hai proprio ragione Fabiana, questi sono posti in cui si vorrebbe restare e non semplicemente passare. Sono paesaggi che tolgono il respiro per quanto sono belli ed emozionanti, che al solo sguardo riescono a trasmetterti la voglia di vivere intensamente. E' per questo che non faccio che tornare e ritornare in questo paese che qualche anno fa mi ha preso letteralmente il cuore.
EliminaUn bacione!
Molto belle le immagini e la storia e questi fagioli ritengo siano quelli che chiamiamo fagioli di Spagna.
RispondiEliminaIn Austria esistono dei fagioli che sono neri e marroni si chiamano "keferbohnen" non traduco è meglio......e sono squisita sanno di castagne. usualmente li fabbo in insalata ma con aceto dolcificato e tiepidi oppure in minestre.
Buono il tuo piatto bravissim e grazie una ricetta per me che bazzico nell'internazionale e mai e poi mai mangerei..pizza e pasta...non conoscevo. Buona domenica.
Sì, la specie è quella dei fagioli di Spagna. Questi sono dop, proprio quelli che vengono coltivati in quel dato posto. I keferbohnen li conosco, ne ho ancora un po' di quelli che abbiamo comprato al Naschmarkt durante il nostro ultimo viaggio a Vienna. Sono buonissimi, soprattutto preparati come dici tu, in insalata.
EliminaGrazie Edvige, buona settimana!
Quest'estate in giugno quando vado in Austria Klagenfurt campeggio 4 settimane dimmi cosa vuoi che ti porto questi Bohnen senz'altro ma anche altre curiosità se hai desideri....ben volentieri. Ciaoooo
EliminaGrazie Edvige! Un bacione!
EliminaGrazie Mari, veramente di cuore.. mi hai fatto un piacere enorme con questo post, non solo per la tua preziosa partecipazione alla tappa spagnola con questa ricetta deliziosa, ma anche perchè hai condiviso i tuoi ricordi di viaggio, le tue esperienze ed emozioni in quel di Spagna.. le foto son stupende, e completano in maniera perfetta il racconto e la ricetta: sembra di essere già là! Segovia la ricordo anche io, una città stupenda!! grazie infinite e un bacione!!
RispondiEliminaMa grazie a te Francy, che mi hai dato l'opportunità di preparare un'altra ricettina spagnola. Questi fagioli sono ottimi così preparati e mi hanno fatto ricordare quella sera in cui li mangiammo a Segovia. Ci tornerei subito, che posti stupendi!
EliminaUn bacione e grazie ancora :)
Verrà prima o poi il momento in cui anche noi potremo "spingerci un po' più in là" con le nostre vacanze e vedere paesaggi e città affascinanti come questi! Comunque anche a me, nel mio piccolo, piace molto quando vado in un posto nuovo, scoprire i piatti tipici e portami a casa i sapori e i profumi per riprorli poi in tavola, quando abbiamo "nostalgia" .....
RispondiEliminaClaudette
Claudette, penso anch'io che una delle cose belle quando si viaggia sia quella di conoscere anche le tradizioni gastronomiche del posto, nuovi sapori e nuovi piatti. Anche questo aspetto contribuisce a farci comprendere meglio le persone e i luoghi che stiamo visitando. E poi mi piace molto portare a casa, come dici tu, i profumi e i sapori dei posti visitati.
EliminaCiao e a presto!
Il mio primo viaggio in Spagna mi ha portato da Madrid a Segovia e la ricordo ancora. Soprattutto ricordo quel maialino così tenero e buono. Per fortuna a me hanno portato la parte del cosciotto, mentre alla mia amica è toccata la parte della testa e, devo confessare, facevo un po' impressione mangiare quella parte...
RispondiEliminaAnche i fagioli ho mangiato e li ho adorati, ma anche io amo tutta la cucina spagnola, così varia e, soprattutto con così poco glutine, che ho potuto assaggiare quasi tutto. Dal cibo si capisce molto della cultura di un popolo e mi dispero quando non posso mangiare il cibo tipico del posto. Forse, è anche per questo che ritornerei ogni anno in Spagna, anche se, confesso, ogni angolo che ho visitato mi è rimasto nel cuore per la sua estrema bellezza.
Ottima ricetta, se trovo in Italia questi fagioloni, voglio proprio rifarli!
In Spagna, ogni angolo che si scopre è di una bellezza sconvolgente e la cucina, forse ancora poco conosciuta, è molto ricca e varia e il fatto che sia poco ricca di glutine, ora che mi ci fai pensare, è proprio vero. In effetti la maggior parte dei carboidrati sono assunti attraverso i legumi e poi gli spagnoli mangiano molto pesce e riso. La cucina spagnola mi è sempre piaciuta molto, così colorata e saporita.
EliminaDel maialino anche a me hanno dato un cosciotto ma mi faceva lo stesso un po' impressione e poi non ho amato molto quel sapore così caratteristico che invece gli estimatori dicono essere proprio la cosa più interessante. Non oso pensare che cosa avrei fatto se mi avessero dato la parte della testa.
Un bacione Forno Star :)
adoro la spagna e la cucina spagnola e questo piatto di fagioloni mi invoglia non poco...bravissima tu!!!
RispondiEliminaGrazie Ale, mi ricordo che anche tu sei un‘appassionata di cucina spagnola :)
Eliminagran belle immagini mi portano indietro di quasi trenta anni facendo rivivere delle belle emozioni, come sono vecchio :-))
RispondiEliminaMa va va... oggi si è vecchi solo quando si raggiunge il centinaio :)
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