mercoledì 20 maggio 2015

RISO ERMES INTEGRALE SU PURE’ DI FAVE FRESCHE CON FETA AL CARTOCCIO


Se solo avessi tutto il tempo che vorrei… quante cose riuscirei a fare!
La mattina vado in ufficio sempre a piedi, ci metto una mezzoretta più o meno, a seconda della stagione (quando è inverno e c’è la bora ci metto molto poco :)). Bene, non vi dico in quella mezzora di camminata mattutina quante e quali cose la mia testa bacata sia capace di partorire. Dicono che camminare faccia bene perché ossigena il cervello. Ecco, io me lo sento talmente ossigenato che ci sono momenti in cui i pensieri si accavallano l’uno all’altro in maniera incontrollata. Cosa penso? A tutto quello che vorrei fare. Il mio cammino si snoda per il tratto maggiore lungo un viale alberato pedonale (lo so, sono una privilegiata per questo, niente mezzi di trasporto, metrò, autobus, treni) e lungo il mio percorso incontro vari ristoranti (molti dei quali etnici, un cinese, un indiano, un arabo), bar, punti di ristoro, una piadineria, una rosticceria, una pizzeria, varie caffetterie, tante gelaterie (con i tavolini all’aperto nella bella stagione) e poi ben quattro o cinque cinema e un teatro. Questo viale nella mia città è sempre stato considerato come il luogo deputato al divertimento e allo svago e lo è tuttora. Per me è sempre fonte di grande ispirazione. Quando lo percorro mi vengono in mente mille cose da fare, quasi sempre (che strano) legate alla cucina e penso a quanto sarebbe bello un giorno far finta di essere una turista e sedermi a uno dei suoi tavolini per fare colazione.
Di Ecorì mi era già capitato di parlarvi. Anche loro sono una fonte di ispirazione, perché producono un ottimo riso :) Ecorì è una bella realtà, una società costituita in maggioranza da imprenditori agricoli che coltivano il riso da generazioni in Piemonte, per la precisione nelle zone del Novarese e del Vercellese.
Lo scopo che si prefiggono è quello di attuare una coltivazione eco-compatibile e quindi a minor impatto ambientale possibile. Quindi il riso è prodotto in modo "pulito" nel pieno rispetto dell'ambiente e con tecniche tradizionali. La coltivazione avviene sotto il diretto controllo dei tecnici della Regione Piemonte e il riso viene lavorato e conservato senza l’uso di conservanti e antiparassitari. Inoltre Ecorì garantisce la rintracciabilità della filiera, questo perché possiede l’intera catena di filiera dato che i suoi soci sono allo stesso tempo coltivatori, coloro che producono il riso, trasformatori e infine distributori dello stesso e quindi hanno la tracciabilità certificata, il che significa che c’è la identificazione documentata di tutte le aziende che appunto hanno contribuito a ciascun passaggio, dalla produzione alla commercializzazione del riso. Infine, il riso Ecorì è caratterizzato da una purezza varietale del 100% e perciò è un riso di alta qualità. Oltre ad essere un riso 100% italiano.
Avevo già ideato una ricetta per il riso Ermes, un fantastico riso integrale dal colore rosso con un sapore e un profumo davvero interessanti. Secondo me si presta per essere utilizzato in vari modi, dal più classico, come contorno ad altri piatti, ma anche in insalata (perfetto nel periodo estivo).




L’ultima volta ne ho addirittura fatto una crema. Questa volta invece avevo voglia di sentire sotto ai denti la sua piacevolissima consistenza.


RISO ERMES INTEGRALE SU PURE’ DI FAVE FRESCHE CON FETA AL CARTOCCIO
Ingredienti per quattro persone
240 g di riso Ermes
150 g di fave fresche sgusciate
150 g di formaggio feta
½ cipolla piccola
5 pomodorini ciliegino
3 rametti di timo
olio extravergine d’oliva
sale

Versate il riso in una pentola con dell’acqua fredda, portate ad ebollizione e fate cuocere per circa 40/45 minuti.
Nel frattempo preparate il purè di fave. Tritate la cipolla, fatela leggermente stufare a fuoco dolce in un tegame, aggiungete le fave, copritele con dell’acqua (giusto un dito che le ricopra) e fatele cuocere per circa un quarto d’ora e comunque fino a quando sono diventate morbide. Fatele raffreddare leggermente, aggiustatele di sale, conditele con un giro di olio extravergine d’oliva e frullatele fino ad ottenere un purè abbastanza fluido.
Mettete il feta in un cartoccio, aggiungete i pomodorini tagliati in due, i rametti di timo e condite con dell’olio extravergine d’oliva. Chiudete il cartoccio e mettete in forno molto caldo per una decina di minuti.
 

Preparate il piatto. Mettete al centro di ciascun piatto il riso aiutandovi con un coppapasta, aggiungete un po’ di purè di fave e disponete in cima una fettina di feta con i pomodorini.

venerdì 15 maggio 2015

VERMICELLI INDIAN STYLE


Spero che Paola, l'ultima vincitrice dell'mtc con una magnifica torta, non strabuzzi gli occhi e cada pesantemente al suolo svenuta dopo aver letto la mia ricetta.
Colei che, con tanto amore per la sua Napoli e le sue tradizioni culinarie, ci ha proposto come tema della sfida di questo mese il piatto italiano per eccellenza: 'o spaghetto ca' pummarola. E ce lo ha spiegato in maniera egregia, nella sua semplicità, quella che richiede questo piatto, semplicità di ingredienti ma non di esecuzione, che fare un piatto di spaghetti con tutti i crismi mica è così facile!
Insomma, spero che non mi maledica per aver completamente stravolto il suo piatto, d'altronde io stessa lo farei se fossi al suo posto, così fedele come sono normalmente alle tradizioni e ai sapori di casa nostra.
Il problema è che sono anche terribilmente attratta dai sapori esotici e la cucina indiana mi fa letteralmente perdere la testa e poi l'avevo già fatto con i canederli, che mi erano piaciuti tantissimo... Tra l'altro, studiando un po' la cucina indiana mi sono resa conto che contrariamente a quanto pensassi fa largo uso di pomodori che vengono sempre conditi con spezie varie e spesso abbinati ad aglio e zenzero. Insomma, gira che ti rigira, alla fine è nato questo piatto di vermicelli un po' particolare.


VERMICELLI SPEZIATI CON PANEER GRIGLIATO
Ingredienti per 4 persone
320 g di vermicelli bucati 
600 g di pomodori pachino
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaino di zenzero grattugiato
1 baccello di cardamomo
1 peperoncino secco
1 cucchiaino di curcuma
1/2 cucchiaino di coriandolo macinato
1/2 cucchiaino di cumino macinato
1/4 di cucchiaino di semi di fieno greco macinati
olio extravergine d'oliva
sale
200 g di paneer 

Pestate o grattugiate finemente lo zenzero e l'aglio fino a ridurli in pasta. Pestate i semi di cardamomo e il peperoncino secco. Mettete in una padella con un po' d'olio la pasta d'aglio, di zenzero e tutte le spezie eccetto la curcuma. Fate rosolare per un paio di minuti quindi aggiungete i pomodori tagliati in due e la curcuma. Coprite la padella e fate cuocere a fuoco vivace per 4-5 minuti, scoprite, schiacciate i pomodori con i rebbi di una forchetta, regolate di sale, abbassate la fiamma e cuocete per circa trenta minuti a fuoco dolce in modo da far restringere un po' il sugo ma senza farlo asciugare troppo.




Nel frattempo lessate i vermicelli in abbondante acqua salata e grigliate il paneer su una piastra liscia ben calda.
Scolate la pasta, conditela in una ciotola con parte del sugo e servitela con il restante sugo e il paneer sbriciolato.
Non c'è stato tempo, perchè le foto sono state fatte al volo altrimenti i vermicelli si scuocevano :) Se no avrei fatto un'altra foto, quella che immortalava il paneer che sciogliendosi formava insieme al pomodoro caldo una deliziosa salsina cremosa.

 

Con questa ricetta partecipo all'mtc n.48'o spaghetto ca' pummarola di Paola, del blog fairieskitchen.
 




PANEER FATTO IN CASA


Anche se dire paneer fatto in casa è un po' un controsenso. Perchè il paneer per definizione è fatto in casa. E' una cagliata tipica dell'India e del Pakistan, si ottiene semplicemente facendo cagliare il latte con del limone. Si può gustare così o anche condendolo con dell'ottimo olio extravergine d'oliva oppure, come si usa fare in India, aggiungendolo a piatti di verdura o a zuppe. Anche tagliato a dadini e fritto è buonissimo, l'ho provato tempo fa per quest'occasione e me ne sono innamorata.
Siccome però sul mio blog non avevo ancora riportato la ricetta, eccola qua. Anche perchè mi servirà a breve :)

PANEER
Ingredienti
2 litri di latte
5 cucchiai di succo di limone
Scaldate il latte in una pentola a fuoco medio rimescolandolo. Quando comincia a bollire, abbassate la fiamma e versate il succo di limone. Continuate a rimescolare fino a quando il latte caglia e il siero comincia a separarsi diventando limpido e assumendo un colore verdastro. Scolate il latte cagliato con una garza pulita. Sollevate i lembi della garza, premete leggermente per far fuoriuscire il liquido e formate un fagottino. Sospendete il fagotto sopra un contenitore e lasciate filtrare tutto il liquido. 

Trasferire il composto sempre nella garza, nel lavello sotto a un peso per 2-3 ore fino a produrre un blocco di formaggio che può essere tagliato nella forma desiderata (io l’ho chiuso nella garza e l’ho lasciato in uno scolapasta su cui ho messo un piattino e sopra un mortaio di marmo).
Il paneer è normalmente senza sale, proprio perchè il suo utilizzo naturale è come ingrediente di altri piatti, normalmente speziati, quindi se volete gustarlo da solo si può aggiungere un po' di sale per renderlo più saporito.


domenica 10 maggio 2015

RHUBARB MERINGUE PIE


Visto che si avvicina la prova costume, io mi dedico ai dolci. Cosa che peraltro non faccio quasi mai (i dolci). Furba no?

E tutto grazie allo scorso week-end trascorso a Graz. Perché non bastavano le prelibatezze stiriane a contribuire all’accumulo di calorie (leggasi pollo fritto e asparagi, anch’essi, ahimè, fritti) nonché una delle più sontuose colazioni che mi sia mai capitato consumare in un’hotel (che mi dite delle zolle di germogli da tagliare sul momento?).

Dicevo, non bastava tutto ciò. Il fatto è che la mia fissa sono i mercati. Adoro viaggiare, mi piace visitare la città in cui mi trovo, perdermi nelle sue vie, visitare i suoi musei, le sue chiese, meravigliarmi davanti alle sue bellezze architettoniche e ai suoi paesaggi. Come ho fatto anche questa volta, camminando per chilometri e arrivando addirittura a perdere la testa, da tanto girava, salendo e scendendo questa antichissima scala a chiocciola doppia.


Ma viaggiare per me significa soprattutto vivere la vita di qualcun altro. Non che la mia non mi piaccia… anzi. È che mi rendo conto che vorrei essere mille persone e vivere in mille posti diversi, ma se anche fosse possibile (cosa che purtroppo non è) il tempo di una vita intera non sarebbe sufficiente. E allora, quando mi trovo in un posto che non conosco o che conosco poco, smetto i panni del turista e indosso quelli degli abitanti del luogo. Li osservo, sbircio nelle loro case attraverso le finestre illuminate, o all’interno dei portoni, li studio attentamente, guardo come si muovono, cerco di coglierne i sorrisi o gli affanni. Spero di capirli, illudendomi di afferrare del posto quel qualcosa di speciale che solo chi vi abita riesce a vedere e appropriarmi così un po’ della sua anima.
E allora vado nei mercati. E faccio la spesa. Come se abitassi al secondo piano della casa là di fronte. Perché per me non c’è nulla, assolutamente nulla che dia maggiormente l’illusione di far parte di un posto quanto far la spesa al suo mercato.
Questo è il mercato dei contadini di Graz, dove ogni mattina a partire dalla sei è possibile trovare frutta e verdura appena raccolta, ma anche fiori e piante.


Tra le varie cose me ne sono tornata a casa con un chilo di rabarbaro, che qui da me faccio molta fatica a trovare. Insomma, l’ho presa un po’ alla larga ma è questo il collegamento tra Graz e questa rhubarb meringue pie, una torta meringata al rabarbaro assolutamente deliziosa.



Pensavo di replicare la ricetta di Martha Stewart, ma non mi convinceva perché del rabarbaro lei dice di usare solo il succo mentre io volevo assolutamente usarne anche la polpa, quindi ho preso un po’ di qua, un po’ di là, e alla fine ne è uscita una versione tutta mia. Vi assicuro che è fantastica, il sapore particolarissimo del rabarbaro si sposa meravigliosamente con la dolcezza della meringa.


RHUBARB MERINGUE PIE

Ingredienti per una tortiera di 22 cm di diametro
per la pasta frolla
200 g di farina
100 g di burro
100 g di zucchero
2 tuorli d'uovo
scorza di limone grattugiata
un pizzico di sale

per il ripieno di rabarbaro
500 g di rabarbaro
150 g di zucchero
15 g di amido di mais
scorza di limone grattugiata

per la meringa italiana (ricetta di Montersino)
200 g di zucchero
50 ml di acqua
125 g di albumi d'uovo
50 g di zucchero

Preparate la pasta frolla.
Mescolate la farina, la scorza di limone  lo zucchero, aggiungete il burro tagliato a pezzetti, formate delle briciole con la punta delle dita, aggiungete i tuorli, impastate velocemente e riponete la frolla in frigo a riposare.

Preparate il ripieno.
Pulite e talgiate il rabarbaro a pezzetti e mettetelo in una pentola insieme allo zucchero e alla scorza di limone grattugiata a cuocere a fuoco lento fino a quando si sarà completamente spappolato, ci vorrà circa mezz'ora. Frullatelo, rimettete sul fuoco, aggiungete l'amido di mais e mescolate fino a quando il composto si addenserà. Fatelo raffreddare.

Preparate la meringa italiana.
Fate sciogliere in una pentola i 200 g di zucchero nell'acqua a fiamma alta fino a raggiungere la temperatura di 121° C. Nel frattempo sbattete gli albumi insieme allo zucchero restante. Quando lo sciroppo avrà raggiunto la temperatura di 121° C versatelo a filo nel composto di albumi continuando a montare senza interrompersi e sino a che il composto si sarà raffreddato. Mettetelo in frigo.

Cuocete la frolla. Preriscaldate il forno a 190 °C. Stendete la frolla e rivestite la tortiera coprendo pure il bordo. Tagliate la pasta in eccesso, bucherellate il fondo con una forchetta, rivestitelo con carta forno, copritelo con fagioli secchi e mettete a cuocere per circa 20 minuti. Togliete i fagioli e la carta forno e cuocete ancora per circa cinque minuti. Togliete dal forno e fate raffreddare.

Versate la crema di rabarbaro sulla frolla, livellatela e coprite con la meringa. Con un cucchiaio formate delle onde sulla meringa. Dorate la superficie con un cannello oppure mettendo la torta in forno caldissimo sotto al grill per qualche minuto.