Da qualche mese seguo con
passione quella che secondo me è la più simpatica e originale rubrica creata
nel mondo della cucina virtuale, ovvero lo Starbooks, ideata dalle solite (in
quanto avvezze a questo tipo di mitiche imprese) amiche Ale e Dani di MenùTuristico, le quali, nel corso del tempo hanno creato e ampliato una squadra composta
da donne competenti e appassionate di cucina e di web (le chiamavano
“le Starbookers”) che armate di libri, traduttori, convertitori di misure e
soprattutto occhio clinico, preciso e inflessibile, fanno tremare gli autori di
libri di ricette di tutto il globo.
La loro missione infatti è quella
di recensire ogni mese un libro di cucina diverso. E qual è il modo migliore
per recensire un libro di cucina se non quello di testarlo sul campo? Armate quindi
di sconfinata passione e competenza, oltre che di coraggio e consapevolezza delle
proprie capacità, per tre mercoledì di seguito ogni mese sviscerano fino in
fondo le ricette testate con spirito critico e imparziale, e senza farsi
ingannare da copertine e illustrazioni che ritraggono piatti dall’aspetto
formidabile - o senza farsi scoraggiare da libri assolutamente privi di
illustrazioni - descrivono con precisione dettagliata le difficoltà
eventualmente riscontrate nella preparazione, gli accorgimenti necessari per
raddrizzare una ricetta magari non spiegata dall’autore adeguatamente e
soprattutto ci svelano quello che a noi tutti appassionati di cucina interessa più
di tutto e cioè se il piatto riesce o non riesce.
Perché alla fine si dà sempre
troppo per scontato che se ci si affida ad un libro di cucina, soprattutto
quando la firma è quella di un personaggio eccellente, la ricetta debba per
forza avere un esito positivo.
Dovrebbe essere così, ma purtroppo
non lo è, anzi… Io stessa mi sono ritrovata a fare i conti con una crostata che,
vista la paternità, sarebbe dovuta risultare paradisiaca e che invece si è
rivelata una emerita schifezza, dando vita ad una delle esperienze in cucina
più sconfortanti di tutta la mia vita (vabbè, ormai si sarà capito, a volte mi
piace un po’ esagerare).
Ma per quale strana e
inspiegabile ragione una ricetta tratta da un libro di cucina non dovrebbe
riuscire? Sarebbe come se nei cruciverba della Settimana Enigmistica mancassero
delle definizioni.
Eppure è così e di motivi
purtroppo ce ne sono tanti. Uno fra tutti il fatto che il mondo cibo ormai da
un po’ di tempo è diventato un businness per tanti che vi si buttano a
capofitto spesso senza passione, altre volte senza capacità e altre volte
ancora mossi semplicemente e solo dall’interesse per il profitto. Questi non hanno però fatto i conti con il fatto che i loro potenziali lettori non
sono solo persone a cui piace esclusivamente sfogliare dei libri di ricette per
guardare le “figure” ma sono anche e soprattutto persone esperte di cucina, con
un bagaglio nel campo non indifferente e una cultura in materia che farebbe
impallidire tanti esperti del mestiere.
Uno dei motivi per cui è nato lo
Starbooks è proprio questo, smascherare i libri di cucina che in realtà veri e
propri libri di cucina non sono.
Ma alle Starbookers non bastava
lo Starbooks e così hanno inventato lo Starbooks Redone e non appena l’ho
saputo mi sono entusiasmata perché questa nuova rubrica prevede l’ampliamento
del confronto con l’entrata in gioco di chi ha voglia di riproporre ricette già
pubblicate e recensite, o semplicemente tratte da uno dei libri passati
in rassegna.
E se uno dei libri analizzati nei
mesi scorsi fa già bella mostra nella mia libreria dedicata alla cucina (Martha’s
American Food) e ce ne sono già un altro paio nella lista delle cose da
comprare al più presto, questo significa che questo “gioco” ha appassionato
anche me e così eccomi qui.
Le avrei provate tutte le ricette
proposte e valutate positivamente negli ultimi mesi dalle Starbookers, perché tutte
degne di nota, alcune davvero eccezionali, però alla fine ho deciso di
prepararne una in particolare per questo primo appuntamento, una ricetta forse tra le meno scenografiche di cui però mi sono
innamorata immediatamente perché sin dal primo momento in cui ho letto
gli ingredienti da cui era composta sono stata investita da una pressante
curiosità di scoprirne il sapore, difficile da immaginare da una semplice
lettura e poi anche perché già testata dalla cara Mapi, cui sono
particolarmente affezionata.
Devo confessare che la mia
irresistibile tendenza a personalizzare qualsiasi ricetta si è fatta sentire
anche stavolta (Ale, mi spiace, ho letto solo dopo che ad un commento hai risposto che sarebbe stato meglio proporre le ricette senza variazioni, ma pensavo che essendo una ricetta già testata si potesse provare ad apportare alcune modifiche; se non fosse già stata preparata da alcuna di voi l'avrei seguita fedelmente per verificarne il risultato finale) per la mancanza di alcuni ingredienti a portata di mano da una parte (cavoletti
freschi e sherry) e per la perenne lotta contro i grassi, il colesterolo
e gli inestetismi della cellulite dall'altra. Personalizzazione che mi sono concessa
esclusivamente per la sconfinata fiducia che nutro nelle capacità e nella
competenza di Mapi che per prima l’ha testata, seguendo passo passo la ricetta
originale e ottenendo un ottimo risultato.
Il fatto che la ricetta sia
riuscita perfettamente nonostante le variazioni e abbia portato sulla mia tavola una tra le più buone creme
che abbia mai assaggiato in vita mia, non fa che confermare le conclusioni a cui era giunta Mapi e cioè
che la ricetta di partenza fosse assolutamente eccezionale. Giudizio che non
posso quindi che confermare.
La ricetta che riporto è quella
originale scritta da Mapi e presa dal libro mentre le mie variazioni sono riportate in rosso.
Il libro da cui è tratta è The Unofficial Downton Abbey Cookbook di Emily Ansara Baines, che si ispira alla serie
televisiva Dowton Abbey e che nasce
come una raccolta delle ricette che presumibilmente dovevano essere servite
nell’Inghilterra edoardiana.
Non avendo il
libro a disposizione (per lo meno non ancora ;)), vi riporto l’introduzione che
Mapi ha preso immagino dal libro.
L’amato
consorte della Regina Vittoria, il Principe Alberto di Sassonia-Coburgo, amava
i cavoletti di Bruxelles. Secondo alcuni questa crema fu elaborata in suo
onore, altri affermano che fu inventata in onore del primo figlio della Regina
Vittoria. In ogni caso, gli abitanti di Downton Abbey potevano onorare la
Famiglia Reale – e stupire i loro stimati ospiti – offrendo questa crema tra le
portate.
SAXE-COBURG SOUP
da Emily Ansara Baines – The Unofficial
Downton Abbey Cookbook – Adams Media
Ingredienti per 4 persone
600 g cavoletti di Bruxelles surgelati
6 cucchiai (90 g) di burro 60 g di burro
1 grossa cipolla dorata
2 patate medie
4 cucchiai di farina 00
1 cucchiaio di zucchero semolato
1 ½ tazze (375 ml) di doppia panna 125 ml di
panna
1 ½ tazze (375 ml) di latte intero 625 ml di
latte parzialmente scremato
4 tazze (950 ml) di brodo vegetale
½ tazza (125 ml) di sherry secco brandy
Mondare i
cavoletti di Bruxelles privandoli delle foglie esterne rovinate e tagliando il
peduncolo, e sbianchirli tuffandoli per 2 minuti in acqua bollente salata. Scolarli
e tagliarli in quarti, poi metterli da parte.
Tritare la
cipolla, sbucciare le patate e tagliarle a dadini.
Far fondere il
burro in una casseruola capace e unirvi i cavoletti sbianchiti, la cipolla e le
patate. Coprire e far sudare per 15 minuti: le verdure non devono colorirsi, ma
solo ammorbidirsi.
Io
ho usato i cavoletti surgelati e li ho messi direttamente a cuocere insieme
alla cipolla e alle patate.
Mescolare
insieme zucchero e farina e unirlo alle verdure mescolando, affinché non si
formino grumi.
Nel frattempo
miscelare latte e panna in un pentolino e portare a bollore; far raffreddare
leggermente, poi unire alle verdure.
Versare anche
il brodo vegetale e lo sherry, mescolare bene e far sobbollire, a pentola
parzialmente coperta, per 25-30 minuti o finché le verdure non siano
estremamente morbide.
Io
ho unito direttamente il latte e la panna alle verdure, ho portato a bollore,
quindi ho unito il brodo e il brandy.
Frullare la
zuppa poca per volta in modo da ottenere una crema omogenea servendosi di un
frullatore a immersione o di un mixer.
Servire nelle
classiche coppe a forma di testa di leone.
Nota (di Mapi): l'autrice nella ricetta si è dimenticata di scrivere
che fare dello sherry; io l'ho versato insieme a latte, panna e brodo in modo
che l'alcool avesse il tempo di evaporare lasciando intatto il delizioso aroma.
Ne è risultata
una crema deliziosa che personalmente consiglio a tutti voi.
Nota (mia): ho seguito l’indicazione di Mapi e ho versato il brandy
insieme agli altri liquidi per fare evaporare l’alcool. L’utilizzo del brandy
al posto dello sherry (che non avevo a disposizione) poteva essere molto
rischioso. Invece la crema è venuta davvero ottima, non so se meglio o peggio della
versione con lo sherry, però buonissima, quindi posso almeno attestare che la
sostituzione (sempre se non si ha a disposizione lo sherry) è fattibile. Così
come la riduzione dei grassi e l’utilizzo dei cavoletti surgelati al posto di
quelli freschi, che non sempre si trovano.
Confermo assolutamente le conclusioni di Mapi: ne è risultata una crema deliziosa che personalmente
consiglio a tutti voi.
Ma sei troppo una grande, Mari!!!!!
RispondiEliminaInnanzi tutto GRAZIE per le cose carine che hai detto su di me. :-)
Lo Starbooks è nato con l'idea di seguire le ricette pedissequamente per vedere se riescono, e le variazioni andrebbero fatte solo se ci si rende conto che si ha un potenziale disastro tra le mani.
Ciò non toglie che con le tue variazioni (che, detto tra noi, approvo) la ricetta sia venuta meravigliosa.
Sempre detto tra noi, lo Starbooks è nemico della dieta: se avessi potuto farlo, anche io avrei ridotto drasticamente panna e burro, usato latte scremato e magari un po' di ricotta al posto della panna.
Un ulteriore suggerimento per la sostituzione dello sherry secco è quello di usare il Marsala secco: l'aroma non è molto dissimile.
Detto tutto questo sono contenta che la crema ti sia piaciuta, secondo me è fantastica.
Un bacione e grazie ancora!!!!
Ma figurati Mapi, il piacere è stato mio e grazie a te per avermi fatto scoprire questa crema che è entrata ufficialmente nella mia raccolta di ricette da fare e rifare :)
EliminaIn effetti ho un po' approfittato del fatto che l'avevi già preparata tu e non avevi riscontrato nessun problema (se non quello della mancata indicazione del momento in cui utilizzare lo sherry) e così l'ho alleggerita un po'. Ottima considerazione sul Marsala, a casa però avevo solo quello dolce e la cosa che più pensavo si potesse avvicinare allo sherry che avevo a portata era il Brandy.
Ciao cara e grazie a te!
Delicioso!! y estoy de acuerdo, es digno de la realeza, por eso es para nosotras!! Un beso.
RispondiEliminaGracias Carmina! De verdad esta crema esta muy rica y apetece tambien a los que no les gustan los coles de Bruselas.
EliminaBesos!
Mari, è esattamente così che immaginavano i post per lo Starbooks Redone: critici, con le modifiche eventuali messein rilievo e spiegate e con il piglio proprio di chi, quando cucina, usa tutti isensi e magari anche il neurone :-)
RispondiEliminaGrazie quindi per aver contribuito - e per averlo fatto proprio in questo modo!
un bacione
Perfetto! Sono proprio contenta che vada bene, ci tenevo. Mi piace un sacco questa vostra nuova idea. Mi pare che si sia capito no? :)))
EliminaCiao Ale e grazie a voi!
L'idea delle rifatte ci e' piaciuta ad entrambe vedo ;-)
RispondiEliminaQuesta crema di cavoletti appare molto interessante e saporita grazie a piccoli accorgimenti che fanno la differenza!
SuperBrava Mari
Ciao Ila, eh sì , sembrerebbe proprio che sia piaciuta ad entrambe questa nuova rubrica ;) E SuperBrava Ilaria, il tuo dolce mi ispira tantissimo.
EliminaBaci!
Ma che bello! Imparo adesso dello Starbooks Redone, che bella idea! La zuppa che hai proposto mi ispira un sacco, ci saranno un po’ di grassi ma è un ottimo modo per cucinare i cavoletti di bruxelles, che io adoro!
RispondiEliminaDirei che con dei contributi come il tuo lo starbooks redone diventa prezioso come quello classico!
Brava Mari, a presto!
Bacioni!!
Grazie Francy! sei sempre molto cara :)
Eliminala crema è veramente fantastica e ti assicuro che i cavolini di Bruxelles cucinati così diventano delicatissimi, il gusto nell' insieme è molto delicato, ottimo modo per farli mangiare anche a chi non piacciono molto ;)
Baci!
Non l'avevo notato chiedo scusa ma anche tu fai parte delle Starbooks.....ne ho parlato tanto con Arabafelice e vi sto seguendo questa crema deve essere deliziosa e per non perdere il vostro link l'ho messo nei preferiti. Ora controllo anche te smack
RispondiEliminaCiaooo
PS. Ho anche la stessa tazza della tua foto solo che sono colore ocra-giallo scuro quasi il colore della crema... ciaoo
EliminaCiao Edvige, no io non faccio parte dello Starbooks. Questa è una nuova rubrica cui tutti possono pattecipare, anche tu se ne hai voglia. Si tratta di proporre o riproporre ricette tratte dai libri precedentemente analizzati dallo Starbooks.
EliminaQueste zuppierine sono tra le mie preferite ;) non sapevo che ci fossero anche colorate.
Grazie e baci!
Grazie e scusa mi era sfuggito il Redone...:((( Si queste zuppierine non vorrei esagerare ma le ho da oltre 20 anni e c'è anche la zuppiera grande e vanno pure in forno. Rimane comunque una bella ricetta bravissima.
EliminaAdoro le Starbookers Redone: siete mitiche. Ci sono arrivati post bellissimi e non potete sapere quanto ci entusiasmi l'idea che queste riprove vi piacciano e vi diano voglia di scoprire nuove pubblicazioni.
RispondiEliminaTi ringrazio Mary, sinceramente. Tu hai sempre sostenuto l'idea e non sai come questi ci dia la voglia di continuare.
Un forte abbraccio, Pat
E io adoro le Starbookers ;)
EliminaL‘entusiasmo è mio nel seguirvi e ora pure nell‘apportare il mio contributo.
Un abbraccione a te Patty!
Mari ricordo benissimo la lucidità e la fermezza con le quali hai puntualizzato tutte le mancanze della crostata al limone pubblicata da Cracco. Se non erro ho fatto la tua conoscenza proprio grazie a quel post pieno di passione, dignità e coraggio.
RispondiEliminaIl tuo entusiasmo per lo Starbooks e adesso per lo Starbooks-Redone è a dir poco coinvolgente.
Grazie per le tue parole semplici che arrivano dritte al cuore delle cose e delle persone, e grazie anche per la tua gustosissima rivisitazione della ricetta della mitica Mapi: la ricetta l'avevo adocchiata anch'io, ma qui a Napoli i cavolini di Bruxelles sono pressappoco introvabili! :°)
Un abbraccio cara e bravissima, davvero!
Ma grazie Raffaella! Sei molto carina :) grazie per le tue belle parole.
EliminaHo visto la tua ricetta e anche tu dimostri grande entusiasmo per lo redone!
I cavoletti di Bruxelles non è facile trovarli nemmeno qui a Trieste, per questo ho usato quelli surgelati anche se preferisco sempre utilizzare prodotti freschi.
Ciao cara, baci!
Un'autopsia perfetta ;-)
RispondiEliminaBrava, Mari!!!!
Grazie Stefania!!! ;)))
Eliminanon posso che sottoscrivere quello che hanno scritto le mie coleghe starbookers, siamo veramente felici di una partecipazione di cotanto livello.
RispondiEliminagrazie davvero!
Ciao Gaia! Sono io che sono felice di partecipare! Mi sembra di far quasi parte del gruppo e questo mi piace molto, mi piace e mi diverte :)
EliminaGrazie a te e a voi tutte!
eccolo qui il contributo perfetto dello Starbooks Redone! veramente bravissima!
RispondiEliminacome tufferei volentieri il cucchiaio in quella bella crema...
un bacione
Sapessi quanto è buona Cristina! Sono proprio contenta e aspetto il prossimo primo mercoledì del mese ;)
EliminaGrazie!
Quindi assolutamente da provare...
RispondiElimina...e se hai tempo, voglia e piacere se passi da me c'è un pensierino per te.
Buona giornata
Assolutamente da provare!
EliminaMa grazie!!! Appena riesco passo!
Ciao Mari la tua crema mi piace molto....copio!!!
RispondiEliminaMariabianca grazie!!! Copia copia e poi mi saprai dire ;)
EliminaUn ottima ispirazione soprattto un ottimo modo per fare mangiare i cavaletti ai ragazzi un po refrattari
RispondiEliminaInfatti, i cavoletti perdono completamente quel loro tipico sapore un po' "invadente" che non a tutti piace. Ciao e grazie!
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