Quando ho letto che l’emmetichallenge
di febbraio era stato vinto da Mai del blog Il colore della curcuma ero
felicissima. Perché oltre a stimarla per la sua bravura e la sua simpatia ed
essere quindi contenta per la sua vittoria, Mai è spagnola. Chi mi conosce sa
della mia passione sconfinata per la Spagna, paese dove ho vissuto per un
periodo e che considero come la mia seconda patria. Ovviamente, amando la
Spagna amo anche tutto ciò che è spagnolo e quindi anche la cucina che
considero una delle più buone e ricche del mondo. Perché la cucina spagnola è
fatta di ingredienti genuini e semplici che la fantasia degli spagnoli riesce a
trasformare fino a creare piatti dai sapori incredibili, contraddistinti da
contrasti e abbinamenti che a volte sembrano azzardati ma che invece risultano sempre
incredibilmente riusciti. Piatti spesso colorati, che sanno di festa, di condivisione,
fatti per essere consumati insieme ai propri cari o ai propri amici in allegria
attorno a un tavolo.
E siccome la vincitrice dell’emmetichallenge
sceglie, come di consueto, la ricetta della sfida del mese successivo, ho
pensato che sicuramente sarebbe stata una ricetta spagnola.
E così infatti è stato. Ma quando
ho visto che Mai aveva scelto la fideuá mi sono scoraggiata. Tra tutte le
ricette che poteva proporre aveva scelto proprio la fideuá ovvero il piatto al
quale è legato uno dei ricordi più brutti di tutto il mio soggiorno spagnolo.
Giunte in Spagna da poco la mia
amica Antonella ed io eravamo ancora abbastanza spaesate, non conoscevamo
ancora nessuno e soprattutto non sapevamo una parola di spagnolo. Avevamo
trovato finalmente un appartamento in affitto (dopo inenarrabili peripezie) e da
studentesse semisquattrinate cercavamo di far quadrare i conti.
Non era ancora iniziato il
periodo delle grandi spaghettate o paellate (a seconda di chi cucinava, se noi
o le amiche spagnole che successivamente sarebbero venute a vivere nel nostro
appartamento). Fatto sta che un giorno, nel piccolo supermercato sotto casa, intente
a far la spesa e come sempre attente al portafoglio, notammo un grosso cartello
che indicava a lettere cubitali una mega offerta. Erano dei grossi barattoli di
latta con su scritto “Fideuá”. Non c’erano illustrazioni e in epoca preinternet
non c’era modo di sapere velocemente quale potesse essere il contenuto all’interno
del barattolo. Ma il prezzo era invitante e l’ora del pranzo vicina e così ce
lo portammo a casa.
Sinceramente non mi ricordo se
fosse già preparata e dovesse solo essere scaldata o se invece ci fossero a
parte i fideos (la pasta a forma di piccoli spaghetti da cui prende il nome la
ricetta) che dovevano esser cotti nel brodo pronto, fatto sta che ci sembrò
curioso ritrovarci con degli spaghettini e un brodo rosso (che non mi ricordo se
fosse di carne o di pesce o forse semplicemente non l’ho mai capito). Devo dire
che l’aspetto e il colore non erano dei più invitanti e infatti non era buona
ma la mangiammo e subito dopo fummo colte da una strana sonnolenza. Non la voglio
fare lunga, fu un lungo pomeriggio, forse ci suggestionammo a vicenda,
credevamo di essere sul punto di morire, tutta colpa della fideuá. E a distanza
di anni se una di noi dice all’altra “ti ricordi la fideuá” ci mettiamo a
ridere.
Quando ho visto le foto del
piatto stupendo preparato da Mai sono rimasta sbalordita e ho pensato “ma
allora è questa la fideuá, non quella strana cosa brodosa e maleodorante dei
miei ricordi”.
E così mi sono lanciata con
grande entusiasmo in questa esperienza e sono rimasta affascinata da questo
piatto. Sono abituata a cucinare la paella (piatto che adoro), il procedimento è abbastanza simile
e mi è piaciuto tantissimo imparare questa nuova ricetta, ma soprattutto
essermi finalmente presa una rivincita sulla fideuá ;)
FIDEUÁ
ALLE VONGOLE E STOCCAFISSO CON PEPERONI E CAPPERI
E SALSA AI PINOLI
Ingredienti per quattro persone
per la fideuá
300 g di fideos (o
spaghetti fatti a pezzettini lunghi 2 o 3 centimetri)
½ l di brodo vegetale
preparato con sedano, carota e cipolla
400 g di stoccafisso
già ammollato (merluzzo essiccato e reidratato)
1 k di vongole veraci
1 peperone rosso
300 g di pomodori (io
ho usato i nostri in barattolo)
1 cucchiaio di
capperi sotto sale (idem come sopra)
1 cucchiaio di aceto
bianco
1 spicchio d’aglio
3 foglie di basilico
½ cucchiaino di
paprika dolce
1 pizzico di pistilli
di zafferano
olio extravergine
sale
per la salsa ai
pinoli
50 g di pinoli
1 spicchio d’aglio
3 cucchiai d’olio
1 cucchiaio di succo
di limone
3 cucchiai di acqua
sale
Preparate la salsa ai pinoli.
In un mortaio mettete i pinoli e
lo spicchio d’aglio sbucciato e riducete tutto in un purè finissimo. Aggiungete
quindi l’olio poco a poco. Quando la salsa sarà bene amalgamate aggiungete il
succo di limone e l’acqua, emulsionate la salsa e vedrete che monterà e cambierà
colore fino a diventare quasi bianca. Aggiustate di sale.
Preparate la fideuá.
Versate dell’olio in una paellera
(o più correttamente paella che dovrebbe essere il termine che indica il tegame
che poi ha dato nome al piatto) oppure in un tegame largo e basso e fatevi
dorare i fideos. Quindi toglieteli e metteteli da parte.
Versate dell’olio nello stesso
tegame e fatevi saltare il peperone, precedentemente pulito e tagliato a falde,
fino a farlo leggermente abbrustolire, quindi sfumate con l’aceto, salate e
mettete da parte.
Versate altro olio nel tegame e
fatevi cuocere lo stoccafisso, precedentemente pulito e privato della pelle e
delle lische, tagliato a cubetti, fino a quando la sua acqua si sarà consumata
e il pesce avrà preso un po’ di colore (ci vorranno una decina di minuti).
Quindi salatelo e mettetelo da parte.
Mettete nel tegame ancora un po’
d’olio e fate rosolare leggermente l’aglio tritato finemente, quindi
aggiungetevi i pomodori a pezzi e fateli cuocere fino a quando avranno formato
un sugo liscio e denso.
Nel frattempo in un altro tegame fate
aprire le vongole (precedentemente fatte spurgare in acqua e sale per eliminare
l’eventuale sabbia) a fuoco vivo, quindi filtrate l’acqua che avranno
rilasciato per eliminare eventuali impurità e aggiungetela al brodo vegetale. Sgusciate
metà delle vongole.
Quando il pomodoro è cotto aggiungetevi
la paprika, lo zafferano, i capperi e un po’ di brodo. Fate sobbollire quindi
aggiungete i fideos e altro brodo in modo tale che siano appena ricoperti dal
liquido. Aggiustate di sale (attenzione perché l’acqua delle vongole è già
abbastanza salata) e fate cuocere, aggiungendo se necessario altro brodo. Quando
mancano circa cinque minuti alla fine della cottura aggiungete il pesce, le
vongole e il basilico spezzetato, amalgamate bene il tutto e disponete in
superficie le falde di peperone. Terminate la cottura fino ad assorbimento del
brodo.
Servite accompagnando con la
salsa ai pinoli (che dà un valore aggiunto al piatto incredibile).
Con questa ricetta partecipo all'emmetichallenge di marzo 2013 con la Fideuá.
Credo che ognuno di noi abbia un piatto che evoca pessimi ricordi e che per questo evita di cucinare; mi sembra però che tu ti sia presa una bella (buona e saporita) rivincita !
RispondiEliminaNon conoscevo la Fideuà: chiederò a mio padre - che tanti tanti anni fa aveva soggiornato in Spagna per motivi di studio - se si ricorda di averla mai assaggiata.
Claudette
Eccome se mi sono presa una rivincita Claudette! Ho pensato per anni che la fideuá fosse una cosa completamente diversa da quello che in realtà ho scoperto essere e cioè un piatto davvero eccezionale.
EliminaCiao cara, baci!
Al contrario io non ho una buona esperienza della paella, ma sicuramente quella che ho mangiato io sarà stata una cosa immonda per turista, quasi quando la tua fideuà in barattolo...
RispondiEliminaIn ogni caso, adesso che l'ho provata, mi è piaciuta e penso che la proporrò spesso anche ai miei pargoli che l'hanno mangiata senza fare storie :)
La tua versione con baccalà e peperoni mi pare davvero stuzzicante :)
Ciao Stefania! In effetti la vera paella non si mangia al ristorante (nel mio post sulla paella dicevo proprio questo e cioè che per gustare una paella come si deve bisogna farsi inviatare a casa da uno spagnolo, se no è un po' come mangiare delle lasagne alla bolognese in uno dei tanti ristoranti per turisti sparsi per l'Italia).
EliminaAnche a me questa fideuá è piaciuta molto e credo che la riproporrò in altre versioni.
Ciao, buona domenica :)
a me era successo con la saint honorè. Preparato pronto per, hai presente? Avevamo sedici anni e in teoria avremmo dovuto studiare per un saggio, il giorno dopo. Da lì in poi, son passati anni,prima di trovare il coraggio di riassaggiarla- e cambiare immediatamente idea.
RispondiEliminaSolo che le mie saint honorè non avevano nulla, ma proprio nulla, dell'inventiva, della fantasia, degli equilibri e della ricerca di questa tua fideuà: ero al telefono con la mai, quando ho voluto ugualmente dare un'occhiata alla ricetta, con tutta che non avrei avuto il tempo di leggerla e di commentarla con calma- e visto che son qui che scrivo, ti lascio immaginare tutto il resto: per cui, ti tocca un commento a caldo, di quelli in cui è l'emozione a parlare, ancor prima che la parte razionale. Tornerò di sicuro, e più di una volta, a rileggere la ricetta e ad apprezzarla come merita. Ma è talmente bella, talmente indovinata, talmente azzeccata in tutte le sue parti, che non riesco davvero a rimandare a domani quel "bravissima!" che mai come stasera mi esce dal cuore.
Un grazie che inizia e non finisce, per averci regalato una partecipazione così
Ciao Alessandra! In effetti da giovani si è particolarmente attratti dai preparati pronti per :) io mi ricordo pure di una famosa torta allo yogurt, che se ci penso ora mi vengono i brividi, quando avevo anch'io più o meno sedici anni e mi divertivo a preparare ogni tanto nei pomeriggi che dovevano essere dedicati allo studio...
EliminaComunque sono esperienze anche quelle :)
Come fare a ringraziarti per i tuoi commenti sempre così entusiastici? Mi fanno sempre molto piacere.
Grazie!
ciao mari fantastica la tua versione...complimenti!!!
RispondiEliminaCiao Ale, grazie mille e buona domenica!
Eliminasquisiti questi fideuà!!! davvero originale la tua versone!
RispondiEliminavolevo farti i complimenti per il blog, l'ho scoperto per caso ma ho già sbirciato altre tue ricette, tutte bellissime! brava! mi sono anche aggiunta ai lettori fissi :)
Passa anche da me se ti va!
a presto,
Michela
Ciao Michela, piacere di conoscerti e grazie per i complimenti. Ora passo da te!
EliminaCara Mari,
RispondiEliminaIo ti confesso che la paella non l'ho mai fatta perche' l'esperto e' il mio maritino e i fideus che qui vanno molto chiaramente manco assaggiati quindi nei prossimi giorni vediamo cosa combino...
Q.uesta fideua mi piace tantíssimo e si vede fatta con passione come la stessa che hai per la Spagna .......
Brava e Enhorabuena
Un abbraccio
Gracias maja! Vedrai come rimarrai soddisfatta di questa ricetta, che sicuramente ti verrà benissimo. Però Ila, devi provare a farla la paella almeno una volta no? ;)
EliminaUn abbraccione!
Mi piace troppo la tua fideua' io ti farei vincere ecco ma l'ho detto :-)
EliminaE io farei vincere te ;)
EliminaCara Mari, aspettavo con interesse di vedere la tua versione della fideuà, sapendo quanto brava sei con la paella e della tua passione per la Spagna e le sua cucina. Ed infatti hai realizzato una versione molto particolare, molto mediterranea con i capperi, quel bel peperone rosso e l'abbinamento delle vongole e lo stoccafisso. Una fideuà ben pensata, insomma, grazie al tuo talento in cucina non poteva essere altrimenti. Io tifo per la tua vittoria, sappilo!! :-) un abbraccio!
RispondiEliminaCiao Francy, ma grazie! E io sono curiosa di vedere la tua fideuá che sicuramente sarà buonissima perchè le tue ricette sono sempre particolari, ben ideate e realizzate.
EliminaUn bacione!
mi sono divertito a leggere il racconto, magari era un po un piatto pesante, di questo piatto mi piace la tecnica di cottura, sarà divertente vedere anche le altre preparazioni, complimenti era un piatto che ignoravo
RispondiEliminaCiao Günther! Anch'io mi diverto molto ogni volta che ci ripenso :) ma all'epoca, sarà stata forse la giovane età e la lontananza da casa, abbiamo passato proprio un brutto pomeriggio. Sì, questo piatto è particolare e molto buono.
EliminaLa tua fideuà è stupensa, a dimostrazione che i piatti preparati in casa non hanno nulla a che vedere con le scatolette pronte dei supermercati di tutto il mondo!
RispondiEliminaStefania grazie! Perfettamente d'accordo con te, non amo i cibi pronti (anche quelli che magari sarebbero più appetibili di quella fideuà in barattolo di quella volta) semplicemente perchè non si ha mai la certezza di quello che c'è dentro (vedi carne di cavallo e via dicendo...).
EliminaGrazie!
Mari, hai preparato un piatto che sceglierei subito, se fossi al ristorante... ;-) Il tocco finale della salsa è un'idea stupenda... Complimenti!!!
RispondiEliminaCiao Ale :) Grazie mille, sai che per la salsa non ero molto convinta inizialmente ma poi quando l'ho assaggiata insieme al resto mi sono resa conto che non sarebbe stato così buono questo piatto senza.
EliminaCiao, baci!
Ciao Mari! Meno male che Mai ti ha fatta ricredere allora :) Bella rivincita direi! E' stupenda la tua versione! :)
RispondiEliminaUn abbraccio
Elisa, ciao! Ma sì guarda, mai più avrei pensato nella vita di ritrovarmi a preparare proprio quel piatto che nei miei ricordi era la cosa più immonda che avessi mai mangiato. E come mi sono ricreduta, alla grande :) ma non solo per la mia ricetta ma anche per tutte quelle che stanno circolando in questi giorni.
Eliminauno spettacolo!!!!! versione meravigliosa!
RispondiEliminabaci
Sandra
Grazie mille Sandra! Baci!
Eliminama che meraviglia! una vera gioia per gli occhi e, sicuramente, per il palato :)
RispondiEliminaMilena, il problema è che gli occhi hanno avuto ben poco tempo per ammirare...;)
EliminaCaio e grazie!
Tu mi fai FELICEEEEEE!
RispondiEliminaPrima, perché sei riuscita a fare una fideuà strabiliante, dopo tale peripezia (è vero che oggi si scatola tutto!).
Seconda, ogni cosa è illuminata (e non è per il libro) è perché questa fideuà ha un brio e un colore che richiama il sole del mediterraneo
Terza, i sapori sono un connubio di terre bagnate dal mediterraneo.
Quarta, ero dal'altra parte dal telefono con Alessandra e non capivo esattamente la sua esaltazione, ma adesso capisco il perché!
Quinta, mi ha amazato a tradimento con la salsa, adesso nulla sarà lo stesso...
e sesta, non la meno importante, ma hai pure la oliera come la mia, tipica catalana!!!!
Grandissima!!!
Mai sei tu che mi hai fatto FELICEEEE ;)))
EliminaCon questa fantastica ricetta, per aver esorcizzato il mio pessimo ricordo di questo piatto, per avermi dato l'opportunità di ricordare quei tempi e il tuo paese che amo moltissimo e in cui mi sono trovata come se fossi stata a casa mia, per avermi regalato con una nuova ricetta colori e sapori di una cucina, quella spagnola, unica al mondo.
Grazie di cuore, un abbraccio!
ecco perchè mi piace passare da te! per tutto questo e ancora per altro. la ricetta l'ho praticata anche io, devo uscire con il post a breve, ma il racconto così carino non ce l'ho!!! un bacino mia cara, a presto! sere
RispondiEliminaGrazie Sere, lo sai che anche a me piace passare da te e non vedo l'ora di vedere la tua fideuà. Adesso è carino il racconto, all'epoca è stato un incubo ;)))
EliminaBaci!
Ecco, come volevasi dimostrare.
RispondiEliminaUn piatto eccezionale degno di una cuoca eccezionale!
Un vero tripudio di sapori, coronato dalla salsina delicata e da quel bicchiere di vino bianco limpido ed elegante che è un vero invito all'allegria e alla comunione della tavola!
Mariiiiiiiii, bravissima!!! In bocca al lupo!
Addirittura... :))
EliminaNon so cosa rispondere, sei tu che sei bravissima!
Un bacione!