mercoledì 29 luglio 2015

MAKI, URAMAKI, NIGIRI... SUSHI!




Avrei voluto scrivere mille cose in questo post ma in fondo sono un essere pacifico e rifuggo la polemica…
Rifuggo la polemica ma rivendico il diritto di esprimere la mia opinione, soprattutto se lo faccio a casa mia, criticando una ricetta che non mi piace e un approccio alla cucina che non condivido, ma giudicando sempre e solo i fatti e mai le persone.
Rivendico il diritto di non essere a mia volta giudicata e fatta passare per il mostro che non sono solo perché dico quello che penso e perché non mi piego alla regola non scritta secondo la quale nel mondo scintillante dei foodblog bisogna inondarsi reciprocamente sempre e solo di complimenti sdolcinati.
Rivendico il diritto di poter continuare a utilizzare questo blog (e gli strumenti che intorno ad esso ruotano) come un semplice canale di espressione di quella che è una delle mie tante passioni, la cucina, e di poterlo fare con la solita leggerezza di sempre, positività e spensieratezza con cui affronto qualsiasi cosa e non, come sembrerebbe sia per molti, come fosse l’unica ragione di vita.
E se a qualcuno non piace ciò che scrivo non deve fare altro che voltare pagina.

Prima di passare alla ricetta, una premessa doverosa. Se un giorno di qualche tempo fa ho cominciato a pensare che si potesse fare il sushi in casa lo devo a lei e a lei. Da quel giorno è passato un po’ di tempo, durante il quale ho cercato di acquisire quel minimo di tecnica che mi desse l’opportunità di raggiungere un risultato almeno soddisfacente, in maniera da poter sperare di non offendere nessuno con il mio sushi casalingo. Per ora solo versioni con pesce cotto e con qualche contaminazione appresa nel ristorante giapponese che frequento. Lo so che sono delle varianti ma ormai il sushi è considerato un global food e credo di poter osare, viste anche le innumerevoli varianti che si vedono in giro per il mondo.
Inoltre, per la preparazione del riso, mi sono ispirata a un libro, Sushi Manga di Chihiro Masui, da cui ho imparato molto ma non solo, con cui mi sono anche divertita perché insegna a preparare il sushi, partendo dalle basi, attraverso delle bellissime illustrazioni in stile manga.

E qualche breve cenno sui termini del sushi.
nigiri – dal verbo nigiru che significa stringere nel pugno, il classico bocconcino di riso
alga nori – l’alga che serve per preparare i rotolini di riso (maki) e per altri tipi di sushi
maki – il rotolino di riso che si forma con il makisu, l’apposita stuoia di bambù necessaria per arrotolare il maki, possono essere più sottili (hosomaki) oppure più grossi (futomaki)
uramaki – maki con il riso all’esterno
temaki – coni di alga nori ripieni di sushi
onigiri – polpetta di riso ripiena dalla forma triangolare
oshi-zushi – sushi pressato con l’oshibako, una pressa in legno o bambù
gunkanmaki – nigiri racchiuso da una striscia di nori che serve da contenitore per la farcitura
chirashi-zushi – sushi al piatto
temari-zushi – sushi a forma di palla ripieno
gari – zenzero marinato che accompagna il sushi (ricetta alla fine del post)
wasabi – radice lontana parente del rafano (meglio utilizzare quella in polvere con cui si ottiene una pasta mescolandola con l’acqua in quanto ha una seppur piccola percentuale di wasabi mentre il cosiddetto wasabi in tubetto già pronto solitamente è preparato esclusivamente con rafano, senape e coloranti)

PREPARAZIONE DEL RISO
Ingredienti per circa 6/8 persone
500 g di riso (se non trovate il riso giapponese adatto al sushi si può optare per un riso originario)
1 striscia di alga kombu (cm 15x2) (si può omettere ma conferisce un profumo caratteristico al riso)

per il sushi-zu, il condimento del riso
8 cucchiai di aceto di riso
1 cucchiaio di zucchero                                
1 cucchiaino abbondante di sale

Mettete il riso in una casseruola con il fondo spesso, copritelo d’acqua, mescolatelo velocemente con la mano e scolatelo subito con un colino. Rimettete il riso nella casseruola e “impastatelo” con la mano, come si fa con l’impasto del pane, per strofinare i chicchi tra loro. Aggiungete l’acqua, mescolate nuovamente il riso con la mano, scolatelo e ripetete l’operazione almeno per quattro o cinque volte, ma dipenderà molto dal riso utilizzato, l’importante è che alla fine, coprendo il riso con l’acqua, questa rimanga quasi limpida (io di solito ripeto l’operazione per sei o sette volte). Dopo averlo scolato per l’ultima volta, rimettete il riso nella casseruola, versate l’acqua che servirà per la cottura in maniera che il riso sia ricoperto per circa un centimetro. Anche la quantità d’acqua necessaria dipende dalla qualità del riso e da altri fattori, come l’umidità e la temperatura dell’ambiente, quindi è necessario procedere per tentativi.
Fate riposare il riso nell’acqua che servirà per la cottura per circa 30 minuti.
 
Sciacquate l’alga kombu, mettetela nella casseruola, accendete il fuoco, coprite con un coperchio pesante (preferibilmente di vetro in maniera tale da poter controllare la cottura) e portate l’acqua ad ebollizione a fuoco vivace. Non appena l’acqua comincia a bollire, riducete il fuoco e fate cuocere a fuoco lento per circa dieci minuti con il coperchio, senza sollevarlo mai, fino a quando l’acqua si sarà totalmente consumata. Spegnete il fuoco e senza mai alzare il coperchio fate riposare il riso per altri dieci minuti in maniera tale che continui la cottura con il vapore.
Nel frattempo preparate il condimento. Versate l’aceto di riso in una ciotola, aggiungete lo zucchero e il sale e mescolateli bene fino a quando si saranno completamente sciolti nell’aceto.
Trascorsi i dieci minuti di riposo, versate il riso in un recipiente ampio e piatto (servirebbe l’apposito recipiente di legno han-dai ma non è indispensabile) versate a più riprese e poco per volta il condimento sul riso, mescolandolo con un cucchiaio di legno piatto, “tagliandolo” in orizzontale e portandolo dall’esterno verso il centro molto delicatamente fino a quando si sarà completamente raffreddato. Alla fine il riso risulterà lucido.

NIGIRI DI GAMBERI
Ingredienti per 4 nigiri
60 g di riso per sushi già cotto (15 g circa a nigiri)
4 gamberi o code di gambero
wasabi
zenzero marinato, wasabi e salsa di soia per accompagnare

Portate ad ebollizione dell’acqua in una casseruola. Infilzate i gamberi su degli spiedini che serviranno per non farli arricciare durante la cottura. Cuocete i gamberi nell’acqua bollente per qualche minuto fino a quando sulla superficie dell’acqua si sarà formata una schiuma arancione. Scolateli e immergeteli in una ciotola piena di acqua fredda per fermare la cottura. Quando saranno raffreddati, eliminate la testa e sgusciateli lasciando intatta la coda. Incideteli sul lato del ventre fino ad aprirli a farfalla.
Formate i nigiri con il riso, inumidendo leggermente le mani, prendendo un bocconcino di riso e formando velocemente (altrimenti il riso si attaccherà alle mani) la caratteristica polpetta, spalmando un po’ di wasabi tra il riso e il gambero.
Non preoccupatevi se non vi riesce bene, per fare un nigiri degno di questo nome servono almeno dieci anni di esercizio, mentre per diventare un vero maestro sushi soltanto qualche decennio. 

NIGIRI DI SALMONE AFFUMICATO
(variante più semplice ma gustosa del classico nigiri di salmone crudo)
Ingredienti per 4 nigiri
60 g di riso per sushi già cotto (15 g circa a migiri)
40 g di salmone affumicato di buona qualità possibilmente in un unico pezzo o tagliato non troppo sottile
wasabi
zenzero marinato, wasabi e salsa di soia per accompagnare

Tagliate il salmone in quattro fettine non troppo sottili, formate i nigiri, spalmando un po’ di wasabi tra il riso e il salmone.


URAMAKI CALIFORNIA
Ingredienti per 6 maki
circa 100 g di riso già cotto per sushi
1 foglio di alga nori
4 gamberi
1 pezzo di avocado
1 cucchiaio di tonno sott’olio
1 cucchiaio di maionese
1 cucchiaino di semi di sesamo
wasabi
zenzero marinato, wasabi e salsa di soia per accompagnare

Preparate i gamberi come spiegato per i nigiri di gamberi. Portate ad ebollizione dell’acqua in una casseruola. Infilzate i gamberoni su degli spiedini che serviranno per non farli arricciare durante la cottura. Cuocete i gamberoni nell’acqua bollente per qualche minuto fino a quando sulla superficie dell’acqua si sarà formata una schiuma arancione. Scolateli e immergeteli in una ciotola piena di acqua fredda per fermare la cottura. Quando saranno raffreddati, eliminate la testa e sgusciateli lasciando intatta la coda.
Tagliate l’avocado in strisce lunghe e dello spessore di circa mezzo centimetro.
Preparate la salsa al tonno. Sgocciolate il tonno, lavoratelo con una forchetta per sminuzzarlo per bene, aggiungete la maionese e mescolate.
Mettete l’alga nori sullo stuoino di bambù (makisu) Inumiditevi leggermente le mani, stendete il riso sull’alga nori e poi cospargetelo di semi di sesamo. Coprite il riso con un foglio di pellicola e girate il riso sul makisu in maniera tale da avere la pellicola a contatto con il makisu, il riso e l’alga nori rivolta verso di voi.
Passate un leggero strato di wasabi al centro dell’alga nori. Posizionate al centro i gamberi in modo da formare una striscia, mettete vicino le strisce di avocado e sopra la salsa al tonno (di più nel centro che sui bordi perché quando si arrotolerà il riso tenderà ad uscire).

Aiutandovi con lo stuoino arrotolate il riso su se stesso facendo attenzione a non arrotolare anche la pellicola. Fate un giro completo, premete sul makisu, liberate il bordo superiore del makisu, rifate un quarto di giro e premete nuovamente su tutta la lunghezza del makisu. Togliete la pellicola, prendete un coltello affilato, bagnatelo e tagliate l’involtino a metà e poi ciascuna metà in altre tre parti uguali, facendo attenzione a tenere il coltello sempre perfettamente perpendicolare rispetto all’involtino.
Servite gli uramaki con la salsa di soia, lo zenzero marinato e il wasabi a parte.
Molto ma molto più facile da fare che da spiegare.


HOSOMAKI DI CETRIOLO
Ingredienti per 6 maki
circa 85 g di riso già cotto per sushi
1/2 foglio di alga nori
1 pezzo di cetriolo tagliato sottile nel senso della lunghezza
1 pezzo di formaggio spalmabile tipo Philadelphia tagliato in strisce di ½ cm di spessore
wasabi
zenzero marinato, wasabi e salsa di soia per accompagnare

Mettete le strisce di formaggio brevemente in freezer.
Mettete il foglio di alga nori con la parte lucida verso il basso sullo stuoino di bambù (makisu). Inumiditevi le mani e stendete il riso sull’alga nori lasciando vuoto un centimetro di alga sul lato lungo con il quale terminerete di arrotolare l’involtino.
Spalmate un po’ di wasabi al centro del riso, posizionate le strisce di cetriolo nel centro e accanto le strisce di formaggio che nel frattempo si saranno rassodate.
Aiutandovi con lo stuoino arrotolate il riso su se stesso. Fate un giro completo, premete sul makisu, liberate il bordo superiore del makisu, rifate un quarto di giro e premete nuovamente su tutta la lunghezza del makisu. Prendete un coltello affilato, bagnatelo e tagliate l’involtino a metà e poi ciascuna metà in altre tre parti uguali, facendo attenzione a tenere il coltello sempre perfettamente perpendicolare rispetto all’involtino.
Servite i maki con la salsa di soia, lo zenzero marinato e il wasabi a parte.


MAKI DI SURIMI, CETRIOLO, AVOCADO E PHILADELPHIA
circa 85 g di riso già cotto per sushi
1 foglio di alga nori
1 pezzo di cetriolo tagliato a strisce di circa ½ cm di spessore nel senso della lunghezza
1 pezzo di formaggio spalmabile tipo Philadelphia tagliato in strisce di ½ cm di spessore
1 pezzo di avocado tagliato a strisce di circa ½ cm di spessore nel senso della lunghezza
2 bastoncini di surimi tagliati in due per la lunghezza
wasabi
zenzero marinato, wasabi e salsa di soia per accompagnare

Mettete le strisce di formaggio brevemente in freezer.
Mettete il foglio di alga nori con la parte lucida verso il basso sullo stuoino di bambù (makisu). Inumiditevi le mani e stendete il riso sull’alga nori lasciando vuoto un centimetro di alga sul lato lungo con il quale terminerete di arrotolare l’involtino.
Spalmate un po’ di wasabi al centro del riso, posizionate le strisce di cetriolo nel centro e accanto le strisce di avocado, sopra le strisce di surimi e infine quelle di formaggio che nel frattempo si saranno rassodate.
Aiutandovi con lo stuoino arrotolate il riso su se stesso. Fate un giro completo, premete sul makisu, liberate il bordo superiore del makisu, rifate un quarto di giro e premete nuovamente su tutta la lunghezza del makisu. Prendete un coltello affilato, bagnatelo e tagliate l’involtino a metà e poi ciascuna metà in altre tre parti uguali, facendo attenzione a tenere il coltello sempre perfettamente perpendicolare rispetto all’involtino.
Servite i maki con la salsa di soia, lo zenzero marinato e il wasabi a parte.

GARI (zenzero marinato)
Preparare lo zenzero marinato in casa è molto più semplice di quanto si possa pensare ed è infinitamente più buono di quello che si trova in commercio. Senza parlare del fatto che tenendolo in frigorifero chiuso in un barattolo con la sua marinata si conserva anche per qualche settimana.

Ingredienti (da Sushi Manga di Chihiro Masui)
1 pezzo grande di radice di zenzero
200 ml di aceto di riso
5 cucchiai di zucchero
½ cucchaino di sale
Scaldate l’aceto con il sale e lo zucchero senza farlo bollire e mettete la marinata da parte. Sbucciate lo zenzero e tagliatelo a fettine sottilissime aiutandovi con una mandolina. Portate ad ebollizione dell’acqua e tuffatevi lo zenzero e lasciatevelo per un tempo che va dai 30 secondi ai 3 minuti a seconda del grado di piccantezza che volete ottenere (più rimane nell’acqua e meno piccante risulterà). Scolatelo, asciugatelo, mettetelo in un vasetto sterilizzato e copritelo con la marinata. Chiudete il vasetto e fate insaporire lo zenzero per almeno 3 ore prima di servirlo (meglio se qualche giorno).

Prossimamente la ricetta dei maki che preferisco in assoluto...


17 commenti:

  1. Complimenti! Non è facile preparare il sushi ma il tuo è riuscito davvero perfetto. Io mi limito a consumarlo nei sushi bar, dove mi strafogo ogni qualvolta ci vada! :D Buona giornata.

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    1. Grazie, ci vuole solo un po'di tempo e di pazienza ma poi dà soddisfazione prepararselo da soli, anche se i sushi bar vanno benissimo lo stesso :)

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  2. post molto, molto, molto più umile ed accurato di molte cose che ho visto e che vengono proposte come "insegnamenti". In effetti chi pensa prima di parlare in genere sembra avere una marcia in più...

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    1. PS: è appena uscito in italiano per la Hazard Edizioni Edomae no shun, I sushi nello stile Edo, traduzione di un grande classico jap del 2012... se ti piace imparare il sushi attraverso i manga è imperdibile!

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    2. Ci tenevo molto al tuo giudizio... e grazie per la segnalazione, lo comprerò sicuramente.

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  3. Grazie per questo post, mi salvo le ricette con la speranza di riuscire prima o poi ad imparare a preparare qualche piatto della cucina orientale che mia figlia così tanto adora. Un abbraccio
    Paola

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    1. Se tua figlia adora la cucina orientale bisogna accontentarla :) non è poi così difficile.
      Grazie mille Paola!

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  4. Bellissimo post, accurato ed esplicativo, che mi fa venire voglia di cimentarmi nuovamente con il sushi casalingo. Anch'io mi ero documentata ed avevo "studiato" parecchio prima di lanciarmi nell'impresa, vista la profonda ammirazione e la reverenza che nutro per la tecnica e la sensibilità culinarie giapponesi. La prossima volta non mancherò di passare di qui per qualche consiglio in più.
    Un abbraccio e buona giornata

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    1. Ciao Giulia, devo dire che anch'io ho sempre un po' paura ad affrontare la cucina giapponese sapendo quanto studio e tecnica stiano alla base del sushi, ho il timore di urtare la sensibilità di qualcuno.
      Verrò a vedere il tuo sushi.
      Un abbraccio a te.

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  5. Tutto molto buono e ben spiegato ovviamente anche cotto....ma non lo farei mai a casa non lo mangerebbe nessuno (intendo maritozzo) siamo solo due. Brava come sempre un abbraccio.
    (Ovviamente prendo nota non si sa mai).
    PS. Un trucchetto che ho visto su AliceTV - sembra che per avere il riso lucido e compatto esternamente e morbido all'interno ma non spappolato bisogna cuocerlo in egual misura tra acido e dolce e, diceva, che questo è il modo proprio per il sushi. Ti saprai meglio di me se è vero. Sembra anche le patate cuocerle se per altri usi con il vino, o se si fa uno spezzatino con le patate di mettere sempre magari poco ma il pomodoro. Come anche mettere un pò di aceto nella cottura della pasta, Sembra che l'acido per reazioni con gli amidi li faccia cuocere ma mantenere "al dente" il tutto. Ciaooo

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    1. Grazie Edvige! In effetti anch'io sapevo che è l'aceto a rendere il riso lucido e compatto ma avevo sentito che è quello che si usa per condirlo dopo la cottura che produce questo effetto. Non conoscevo la tecnica di cui mi parli, mi documenterò.
      Grazie e buona giornata.

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  6. Bellissimo post, cara Mari!
    E devo dire che anche io ho il sogno di provare il sushi fatto in casa.. che poi col pesce cotto magari se lo pappa anche il colui (che con quello crudo ha un brutto rapporto).
    Insomma, salvo.. che non si sa mai ;)

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    1. Grazie Giulia! Se non ama il crudo vai con questo mix e vedrai che lo apprezzerà.
      Baci!

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  7. Io lo adoro ed in passato, anche per curiosità, ho provato a farlo. Certo, non sarà la perfezione dei maestri giapponesi, ma ci si avvicina e soprattutto dà modo di trascorrere semmai una serata tra amici in maniera diversa.

    Fabio

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    1. Ma dai?, Hai provato anche tu? E' divertente vero? Però bisogna anche avere molta pazienza :)

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  8. Sei brava, intelligente, precisa, sai quello che fai e quando non lo sai, studi e ti informi con dovizia. I tuoi post sono sempre accuratissimi così come le tue ricette, che raccontano di qualcuno che ama e sa cucinare.
    Le tue rivendicazioni sono sacrosante, la penso come te e spesso ho bisogno di dire quello che penso senza peli sulla lingua, senza accusare nessuno ma riflettendo sui modi. Perché in questo mondo virtuale purtroppo la strada presa è quella del niente ben confezionato, del bluff, della fuffa imperiale. Non devi spiegare nulla sai? Soprattutto non devi cambiare. Ti abbraccio forte.

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    1. Cara Patty, fuffa imperiale... mi fai morire e ti adoro.
      Non so davvero come ringraziarti, intanto ti mando un bacione!

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