martedì 9 febbraio 2016

TORTA AL FARRO CON CONFETTURA DI PRUGNE





Deresponsabilizzazione. Parola molto lunga che indica un comportamento amato dalla stragrande maggioranza delle persone.
Non assumersi responsabilità davanti agli altri, né delle proprie azioni, né delle proprie parole, né delle proprie idee, agire come se fosse sempre il prossimo a doverci qualcosa, precostituirsi costantemente le prove per potersi discolpare da qualsiasi critica che possa esserci mossa.
Dire tutto e il contrario di tutto, a seconda del proprio tornaconto. Parlare e ritrattare le proprie parole perché prima convenienti e ora sconvenienti. Cambiare bandiera a seconda di quello che è per noi vantaggioso. Non metterci mai la faccia, non osare, non parlare, non essere sinceri, vivere nell’omertà, il tutto pur di non scuotere mai se stessi e gli altri. Mandare avanti sempre il prossimo, sperando che con la sua lotta possa ottenere diritti anche per noi. Evitare la polemica, non quella fine a se stessa, ma quella indispensabile per confrontarsi con chi la pensa diversamente.
Treccani alla parola deresponsabilizzazione: “comportamento diffuso nella società contemporanea che porta a evitare l’assunzione di responsabilità e a tutelare solo la propria convenienza e il proprio interesse come se fossero un diritto, senza tener conto di un bene collettivo. Si vanno perdendo i punti di riferimento, il senso della storia e del passato, in una società dove ognuno rivendica solo i propri diritti dimenticando i doveri che il vivere sociale prevede, in una sorta di totale irresponsabilità. Si propugna un modello di interesse individuale rispetto a quello collettivo, un predominio del presente piuttosto che una preoccupazione del futuro, uno smarrimento di valori che vadano al di là dell’appagamento degli interessi individuali. Quel che sembra avere importanza è la tutela di sé e dei privilegi raggiunti, non importa con quali mezzi, né se a scapito della comunità, della crescita sociale e di un bene condiviso.” 

Mi faccio una torta và, che è meglio.
E me la faccio al farro, con poco burro (o anche niente) e poi ci metto la confettura di prugne fatta in casa.
Veloce tanto quanto il tempo che ci vuole finché il forno si riscaldi, morbida e buona, adatta per la colazione o per il tè pomeridiano.

P.S. Sembrerà incredibile ma questo post aspettava pronto già da cinque giorni...

TORTA AL FARRO CON CONFETTURA DI PRUGNE

Ingredienti per uno stampo del diametro 24 cm

200 g di farina di farro
75 g di zucchero di canna
100 ml di latte
85 g di burro oppure 40 g di olio di semi
1 uovo
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di lievito per dolci
confettura di prugne (o altro) a piacere

Preriscaldate il forno a 180° C.
In una ciotola mescolate la farina con il lievito, lo zucchero e il sale. In un’altra ciotola sbattete leggermente l’uovo con il latte e il burro fuso (o l’olio). Unite i due composti senza mescolarli troppo, non è necessario che l’impasto sia perfettamente liscio. Versate l’impasto in una tortiera precedentemente unta. Adagiate la confettura sulla superficie dell’impasto e infornate per circa 30/40 minuti.

3 commenti:

  1. Ricetta semplice che va benissimo nella mia cucina anche perché in dispensa ci sono un bel po 'di vasetti di marmellata di prugne a km 0 preparata la scorsa estate. Quanto alla deresponsabilizzazione non c'è nulla da aggiungere, purtroppo. ... oppure Sì ....ci sono anche quelli che fanno del " non l'ho fatto apposta " il loro motto, la loro bandiera. ...

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  2. Ricetta semplice che va benissimo nella mia cucina anche perché in dispensa ci sono un bel po 'di vasetti di marmellata di prugne a km 0 preparata la scorsa estate. Quanto alla deresponsabilizzazione non c'è nulla da aggiungere, purtroppo. ... oppure Sì ....ci sono anche quelli che fanno del " non l'ho fatto apposta " il loro motto, la loro bandiera. ...

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  3. Mooooolto buono sai che confettura che vedrei con questo dolce la famosa "powidl" solo prugne e viene cotta per ore e poi prima di usarla se la rende morbida con un liquore. E' meraviglio si trova in Austria anche confezionata ma non è la stessa cosa di farla a casa. E' di origine ungherese-boema. Buona serata cara baseto.

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