lunedì 20 agosto 2012

SPAGHETTI CON I RICCI DI MARE E... TRAVOLTI DA UN INSOLITO DESTINO...



Lo so, sono ipocrita. Profondamente ipocrita. Ma almeno sono onesta, perché ammetto di esserlo.

La mia ipocrisia riguarda la mia tendenza ad essere animalista.

Io credo che l’uomo, come facente parte del regno animale, debba, dall’alto della sua supremazia, rispettare e tutelare in ogni modo gli altri animali.
Per dirla in parole più semplici: io sono una di quelle persone che, al limite del patetico, non riesce ad ammazzare nemmeno una zanzara mentre le sta succhiando il sangue, perché anche lei, poverina, ha diritto a vivere felice.

Una di quelle persone che quando vede una carovana di formiche, invece di spruzzare l’insetticida, si ferma estasiata a guardare cosa fanno e dove vanno.

Una di quelle persone che riesce a commuoversi davanti a un cane e a piangere per un uccellino caduto dal nido.

Il problema però sorge quando cerco di conciliare questa mia natura animalista con il mio essere onnivora, come tutti gli esseri umani.

Se mi fermassi a pensare davanti ad una fiorentina, o a riflettere al cospetto di un’orata o ad interrogarmi di fronte a un pollo arrosto, mi ritroverei a dover affrontare un grossissimo problema.

E allora cosa faccio? Ecco…non faccio niente. Semplicemente non penso e mangio.

Questo discorso nasce dalla considerazione che addirittura i ricci di mare che abbiamo pescato l’altro giorno (o meglio che hanno pescato mio marito, mio suocero e mio cognato, i soliti che ogni estate riforniscono la nostra tavola del più bel pesce fresco del mondo) sono riusciti a farmi pena.

Soprattutto uno, bellissimo, di un colore nero cangiante che, tenuto sul palmo di una mano, cercava di camminare muovendo le sue spine disperatamente. Quasi piangevo pensando alla vita di quel riccio che scorrazzava felice sul fondale marino fino a qualche minuto prima.



L’istinto sarebbe stato quello di prenderlo e ributtarlo in mare urlando “vai riccio vai, corri di nuovo felice e vivi la tua vita”. Certo, mi avrebbero preso tutti per pazza, mia suocera avrebbe pensato “povero figlio mio“ e mio cognato probabilmente avrebbe usato la sua fiocina contro di me.

Però mi sarei sentita in pace con me stessa.

Ma, come ho già detto, sono ipocrita. E quindi ho fatto finta di niente. Come sempre.

E ci siamo fatti degli splendidi spaghetti non appena arrivati a casa dal mare.

A proposito di spaghetti con i ricci…

Qualche tempo fa ho letto sul blog Andante con gusto di un libro scritto da Marco Lombardi dal titolo Cinegustologia, opera con cui l’autore cerca di trovare un modo nuovo per descrivere il vino e il cibo facendolo attraverso il linguaggio del cinema.

La cosa mi ha incuriosito e, considerando tra l’altro la mia passione per il cinema, ho immediatamente pensato che mi sarebbe piaciuto partecipare al contest La commedia è servita di  Patty, con cui si invita i partecipanti a raccontare la loro commedia preferita in un piatto.

Anche se poi, ripensandoci, mi sono accorta che sarebbe stata un’ardua impresa trovare l’ispirazione. E un’ardua impresa trovare la mia commedia preferita.

Quando l’altro giorno stavamo sulla nostra spiaggia prediletta, pochissimi altri bagnanti intorno a noi e questi bellissimi ricci appena pescati, mi è venuto in mente uno dei miei film preferiti, una commedia di Lina Wertmüller del 1974 dal titolo “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”, interpretata egregiamente dai bravissimi Mariangela Melato e Giancarlo Giannini. Film che ho visto più di una volta, al punto che  mi pare di poter sentire la voce stridula della Melato che con la sua erre moscia cerca di imporsi sul povero Giannini urlando con arroganza “Signor Carunchio!”.


La storia narra di una donna ricca e snob che, trovandosi in vacanza insieme al marito e ad amici su uno yacht, si ritrova a naufragare su un isola deserta insieme ad uno dei marinai, da lei disprezzato in quanto ritenuto appartenere ad una classe sociale inferiore.
In mezzo alla natura e senza i condizionamenti imposti dal mondo esterno i ruoli si invertono e accade ciò che non sarebbe mai potuto accadere in una situazione normale, sboccia tra i due l’amore e la passione. Amore e passione che però non riescono a resistere ai condizionamenti della società una volta che i due tornano alla vita di sempre.



Ricci appena pescati in un mare cristallino. Avrebbero potuto costituire il nostro pasto anche in un’isola deserta, pescati, aperti e mangiati. A volte basta veramente poco per essere felici.

E la riflessione, che poi porta al collegamento con il film, riguarda la vita e la considerazione di quanto potrebbe essere più semplice e vera se solo riuscissimo a spogliarci completamente di tutto il superfluo che ci circonda.


Ingredienti per quattro persone

320 g di spaghetti
30 ricci di mare puliti
1 spicchio d'aglio
1 peperoncino secco
olio

Portate ad ebollizione abbondante acqua, salatela e immergetevi gli spaghetti.

Nel frattempo mettete in una padella un po' d'olio, l'aglio schiacciato (o, se piace, tritato finemente) e il peperoncino tritato. Fate soffriggere leggermente, unite la metà dei ricci spezzettandoli, togliete l'aglio e spegnete il fuoco.

Scolate gli spaghetti piuttosto al dente, poneteli nella padella sul fuoco per amalgamarli al condimento unitamente ad un po' d'acqua di cottura della pasta.

Aggiungete i ricci rimasti interi e serviteli.

Con questa ricetta partecipo al contest di Andante con gusto, La Commedia è servita


10 commenti:

  1. Carissima, sono appena rientrata dalle ferie e sto cercando di riprendere il filo della situazione. Ti giuro che ripensavo qualche giorno fa a questa commedia che mi piace un sacco perché avrei voluto farci un post "cinegustologico" ed invece trovo la tua proposta e ne sono davvero felice. Mi piace molto la tua analisi così come la ricetta e le foto che sono davvero incantevoli. Ti inserisco nella commedia leggera e spero che vorrai ritentare con una proposta per la "commedia sofisticata"!. Un abbraccione e grazie ancora, Pat

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    1. Grazie a te Patty. Bellissima l‘idea del tuo contest. Sai che all‘inizio mi sembrava molto difficile? e invece, sorprendentemente, le idee arrivano da sole all‘improvviso. Cercherò di partecipare anche con la seconda ricetta ;)

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  2. che buoni che devono essere! hanno proprio un'aria di "vacanziero", brava!

    volevo farti i complimenti per il blog, l'ho scoperto da poco per caso ma ho già sbirciato altre tue ricette, tutte bellissime! brava! mi sono anche aggiunta ai lettori fissi :)
    da pochissimo ne ho uno anch'io, passa a visitarlo se ti va!

    a presto,
    Michela

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    1. Grazie Michela! sono appena passata. Hai cominciato bene, brava!
      a presto ;)

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  3. Mi aggiungo volentieri anch io e ti rubo la ricetta della Gibanika! Curiosissima di provarla..in bocca al lupo per il contest!!
    A presto

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  4. Provala. è veramente buona e particolare e fatta così neanche troppo pesante. A presto.

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  5. Ciao, ti ho trovata guardando le ricette del contest e devo confessarti che io sono "ipocrita" proprio come te.... anzi io sono peggio direi "razzista" perchè la mucca e il maiale non mi fanno pena e il cervo e il coniglio sì??? che vergogna dover ammettere ciò!
    beh con questo mi aggiungo ai tuoi follower!

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    1. Ciao. A me veramente fanno pena un po‘ tutti anche se qualcuno effettivamente un po‘ meno di altri. allora forse sono razzista anch‘io :(((
      A presto.

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  6. Guarda, per me non è questione di ipocrisia; semplicemente, è la vita che è così. Il rispetto per gli animali non lo si dimostra cambiando le abitudini alimentari.
    Si dimostra rispetto nel non fare andare sprecata la carne dell'animale che abbiamo davanti, nel non buttare via nemmeno un pezzettino di bistecca o di pesce, nel rispetto per il cibo, tutto il cibo.
    L'uomo è un animale onnivoro; il suo organismo ha bisogno delle proteine animali, che sono più facilmente assimilabili di quelle vegetali. E se ci pensiamo bene, il leone che caccia la gazzella la sottopone a una tortura peggiore: dopo un inseguimento affannoso e per lei disperato viene ghermita e sbranata viva....

    Passando ad altro mi complimento con te per la ricetta e l'associazione al film: io ADORO i ricci di mare e la pasta coi ricci è tra le mie preferite. :-9

    Un abbraccio.

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    1. Cara Mapi. Hai perfettamente ragione. Le tue cosiderazioni sono quelle su cui io stessa faccio leva ogni volta per perdonarmi. Eppure il senso di colpa è sempre in agguato. Ma non ci posso fare niente...non riuscirò mai ad essere vegetariana, con tutto il rispetto per chi ha fatto una scelta in tale direzione, e quindi convivo con il senso di colpa. Comunque grazie e ti devo confessare che quella spaghettata delle foto è stata assolutamente fantastica ;)

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