Qualcuno probabilmente starà
sorridendo nel vedere la mia ennesima ricetta dedicata al Contest 2012 delle
Fattorie Fiandino (e non sarà l’ultima ah ah ah).
Ma non tutti sanno che è il
cuore a impormi questa massiccia partecipazione.
Credo che non mi basterebbe una
vita (la più lunga possibile eh!) per proporre su questo blog tutte le ricette
che ho in mente. Man mano che il tempo passa, la lista dei piatti da provare si
allunga a dismisura e cresce la consapevolezza che evidentemente il tempo a
disposizione non è sufficiente per poter concretizzare le mille idee che mi
frullano per la testa.
Un’altra ricetta con questo
buonissimo e delicato formaggio erborinato, il Lou Blau delle Fattorie Fiandino. Questa volta ho
pensato di proporlo crudo. Cosa c’è di meglio di un buon formaggio mangiato a
temperatura ambiente (mai appena tolto dal frigo!) e con un buon bicchiere di
vino rosso?
Se potessi sarei sempre in
viaggio. Perché viaggiare fa bene all’anima. Scoprire nuovi orizzonti, nuovi
volti e nuove realtà, per capire quanto grande è il mondo e quanto piccole sono le
mura di casa nostra. Eppure è così bello tornare tra quelle mura dopo un
viaggio. Bello è partire e viaggiare per poi ritornare. A volte basta andare a
cinque chilometri di distanza dalla propria casa, in un posto in cui non si è mai
stati. Anche quello è un viaggio. Trovarsi in luoghi sconosciuti, vedere cose,
case, prati, persone mai viste. È questione di immaginazione. Che si risveglia non
appena ci si allontana da strade conosciute.
Quando si parla di cucina che non
è solo cibo per lo stomaco ma è anche e soprattutto cibo per l’anima, non si
può scherzare.
Questo mese le ragazze dell’MTC
ed Eleonora ci accompagnano ad esplorare un mondo lontano, in quanto per molti poco conosciuto ma che è allo stesso tempo vicino. Perché il pane del
sabato si trova sulle tavole di molte nostre città.
Chi mi segue avrà notato il mio
sfogo di qualche giorno fa relativo ai licenziamenti, a mio avviso
ingiustificati, che ci sono stati nell’ufficio in cui lavoro. Sfogo che
purtroppo la ragione mi ha portato a cancellare (ovviamente solo dal web) ma
non tanto per paura per me stessa (ormai sono talmente sfiduciata che non ho
paura più di niente) quanto per evitare di aggravare una situazione già molto
pesante per tante persone.
L’idea per questa ricetta è nata
all’improvviso e non come succede per certi piatti che nascono a poco a poco, pensando prima a un
ingrediente al quale poi se ne aggiunge un altro, poi un altro ancora, fino a quando il
piatto è completo.
Questi agnolotti
invece si sono formati nella mia testa già praticamente pronti.
Non appena ho assaggiato il Lou Bergier Pichin, una toma a latte crudo prodotta dalle
Fattorie Fiandino.
Per noi il martedì sera è cena a
base di pesce. E così è stato ieri. Tornando dall’ufficio mi sono fermata alla
solita pescheria, ho guardato quello che c’era, e ho optato per delle oratine
di mare che avevano l’aria di essere freschissime. Su come farle ci avrei
pensato mezz’ora prima dell’ora di cena, visto che il pesce, grazie al cielo,
si fa in due secondi.
Ho sempre avuto un rapporto
difficile con la moda, o meglio, con le mode in genere.
Credo che ciò sia collegato al
fatto che nella mia vita ho sempre compiuto, nei momenti decisivi e spesso inconsapevolmente,
scelte che mi avrebbero portato verso la libertà.
Ovviamente non è stato semplice, il cammino è stato spesso arduo. Ma oggi credo di aver raggiunto la meta e se così non fosse se non altro la strada
si è fatta più pianeggiante.