Quando ormai poco più di un anno
fa intrapresi l’avventura di questo blog, perché di vera e propria avventura
trattasi, per descrivere me stessa e il tipo di cucina che mi rappresenta, senza
pensarci troppo scrissi in poche parole che, essendo originaria di varie parti
d’Italia, essendo nata nell’estremo occidente italiano, vivendo nell’estremo
oriente e avendo sposato un salentino, la mia cucina poteva essere definita come
italianfusion. Probabilmente chi non mi conosce avrà pensato che mi stavo prendendo un po' troppo sul
serio. In realtà mi piace giocare (anche se non sempre si capisce e questo è
forse un po’ un mio problema) e la mia definizione voleva scimmiottare in
maniera scherzosa la moda attuale di appioppare a qualsiasi tipo di cucina l’appellativo
di fusion.
Tutto ciò per dire che quella
definizione, messa là un po’ per gioco, voleva solo significare l’importanza
che la cucina ha per me nella ricerca delle mie radici.
Ci sono regioni e posti in Italia
che conosco molto bene, perché ci ho vissuto, perché ci vivo, perché ci
vivevano i miei nonni, o i miei genitori, o mio marito. E cucinare per me
significa unire tutti questi posti l’uno all’altro per ricercare forse un
po’ me stessa, quale prodotto di tutte queste terre, vicine geograficamente ma culturalmente
e storicamente a volte tra loro lontanissime. Perché la cucina è forse un po’
anche autoanalisi, non credo di dire una cosa nuova, ma considerandola un’arte,
come tutte le forme di arte credo che sia un mezzo attraverso il quale
esprimersi e quindi conoscere più a fondo se stessi.
Da quando sono entrata nel
magico mondo dell’emmetichallenge, ideato dalle amiche Alessandra e Daniela di Menu Turistico, mi è stato fornito uno strumento in più per
cercare di unire "le mie terre" e attraverso il gioco trovare un po’ me stessa.
Perché l’emmetichallenge non è un
semplice contest. E non ci sono imitazioni che tengano.
Qui non si tratta di affibbiare
un premio a una ricetta carina, magari colorata e trendy, rappresentata
da una bella foto e dall'elegante mise
en place.
Qui si tratta di cucinare, cucinare veramente, di andare a fondo nella ricerca delle nostre tradizioni
culinarie.
Qui, quando si fa una cosa, la si
fa per bene, con tutti i crismi. E se si fa il gelato, gelato
sia, ma quello vero. Stesso discorso vale per la Pasqualina, per le arancine,
etc. etc..
Certo si gioca anche, però non troppo, perché la cucina è anche cosa seria, molto più di quanto tanti pensano.
Spesso succede che la ricetta
protagonista della sfida appartenga alla tradizione regionale italiana (ma può anche
travalicare i confini nazionali, pensiamo per esempio al pane dolce del sabato di Eleonora), proprio perché proveniente dalla vincitrice del mese precedente che,
altro aspetto fondamentale dell’emmetichallenge, normalmente è animata dalla
necessità di condividere una ricetta che rappresenti il suo territorio e quindi
anche se stessa. Può capitare che la ricetta prescelta provenga da un
territorio che io stessa sento mio, come è successo per la torta Pasqualina, e
allora la partecipazione è occasione per ricordare una parte delle mie origini,
le persone care che non ci sono più, che magari in quel territorio sono
cresciute e di quel territorio qualcosa mi hanno trasmesso. Oppure che la
ricetta del mese appartenga alle tradizioni di una regione che non conosco, conosco
poco o che magari conosco ma con cui non ho nessun legame famigliare. E allora
può essere occasione per capire qualcosa di più di una terra e della sua gente,
delle sue tradizioni e della sua storia. E magari per trovare un legame tra una
cucina sconosciuta (eh sì, c’è sempre la questione del legame) con una cucina,
sapori e ingredienti a me più famigliari.
Oggi nella mia cucina ci sono i
pici della Patty, che è toscana, senese per la precisione.
In Toscana ci sono stata e anche nelle zone di Patty, ma devo
essere sincera, della cucina toscana conosco molto poco.
E i pici non li avevo mai fatti prima d'ora.
Ma io impazzisco letteralmente
per la pasta fresca, da quando la mia nonna paterna, pugliese, mi insegnò da
piccola a fare le orecchiette.
Come ebbi occasione di raccontare
qui, le mie prime orecchiette non furono
bellissime ma ricordo ancora adesso lo stupore che provai nel sentire che le
mie mani già sapevano quello che dovevano fare, come se l’avessi già fatto
mille altre volte in passato, in un’altra vita.
E ancora oggi, ogni volta la stessa sensazione. Gesti che provengono da
altre mani, da altre vite e che attraverso le mie mani si ripetono.
Da allora mi sono divertita a
fare diversi formati di pasta, sagne ‘ncannulate salentine, pljukanci istriani,
tajarin piemontesi, trofie liguri, maccheroni col ferretto e via dicendo. E
oggi anche i pici, che grazie alla ricetta e alla spiegazione dettagliatissima
della Patty ho trovato divertentissimo preparare.
Ma che cosa hanno in comune i
pici e le orecchiette?
Forse niente, hanno forme diverse e sono
paste originarie di terre tra loro distanti. Oppure tutto? Acqua e farina, di
semola di grano duro per le orecchiette e in parte anche per i pici, niente
uova, a formare una pasta destinata ad essere condita con quello che c’era a
disposizione nelle misere dispense di una volta, per dar vita a un piatto
povero ma sontuoso.
Pici che ho voluto abbinare,
insieme al guanciale e al rosmarino, a ingredienti che mi ricordano la Puglia, come
le olive salentine che ho utilizzato, l’olio extravergine d’oliva e i ceci, che
nel Salento accompagnano la tria, delle tagliatelle fatte solo di semola e
acqua (sono inorridita quando le ho viste fare dalla Parodi nella sua
trasmissione utilizzando delle tagliatelle evidentemente all’uovo considerato
il loro colore giallognolo), alimenti che caratterizzano anche la cucina
toscana.
PICI AL
GUANCIALE SU PASSATINA DI CECI E OLIVE NERE
CON OLIO AL ROSMARINO
Ingredienti per quattro persone
per i pici
200 g di farina 00
100 g di farina di
semola rimacinata
2 cucchiai di olio
extra vergine d’oliva
1 pizzico di sale
acqua
per la passatina di ceci e olive
100 g di ceci secchi
½ l di brodo vegetale
(preparato con sedano, carota e cipolla)
una ventina di olive
nere di piccole dimensioni
per completare
150 g di guanciale di
maiale stagionato
3 cucchiai di olio
extravergine d’oliva
2 rametti di
rosmarino
pepe
Mettete a bagno i ceci per almeno
dodici ore, quindi metteteli a cuocere in una pentola coperti d’acqua per un
paio d’ore.
Preparate l’olio al rosmarino.
Mettete in un pentolino l’olio extravergine d’oliva e i rametti di rosmarino e
fate scaldare l’olio a fuoco dolce per qualche minuto, quindi spegnete il fuoco
e lasciate il rosmarino nell’olio.
Preparate la pasta per i pici. Setacciate le due farine sulla spianatoia, fatevi una conca al centro, aggiungete l'olio e un pizzico di sale e cominciate a versare l'acqua, incorporando la farina con una forchetta. Quindi cominciate ad impastare utilizzando il palmo delle mani e girando la pasta ogni tanto, fino ad ottenere un impasto abbastanza morbido, liscio ed elastico. Fate riposare la pasta coperta da una pellicola per mezz'ora.
Preparate intanto la passatina di ceci. Scolate
i ceci cotti e metteteli in un tegame con il brodo vegetale, fateli sobbollire
per qualche minuto, quindi frullateli con un frullatore ad immersione. Tenete
da parte una tazza di passata di ceci e aggiungete alla restante passata le
olive denocciolate. Frullate nuovamente la passata di ceci con le olive.
Preparate i pici (riporto le spiegazioni di Patty)
Quando la pasta è pronta, tagliatene un pezzetto
e fatene una pallina, quindi sulla spianatoia stendetela con il matterello ad
uno spessore di 1 cm. Con un tagliapasta o un coltello affilato, tagliate
tante striscioline larghe c.ca 1 cm e coprite il resto della pasta con la
pellicola affinché non si secchi.
Cominciate a "filare" i pici, rollando la pasta con il palmo delle mani e contemporaneamente stirandola verso l'esterno.
Quando si tirano pici molto lunghi, la tecnica è quella di tirarli da un lato tenendo l'altra estremità con il palmo e piano piano allungandoli fino ad esaurire la pasta. Una volta tirato il vostro picio, fatelo rotolare nella farina di semola o di fioretto affinché non si appiccichi agli altri. Una pasta morbida e riposata si tira con estrema facilità.
Cominciate a "filare" i pici, rollando la pasta con il palmo delle mani e contemporaneamente stirandola verso l'esterno.
Quando si tirano pici molto lunghi, la tecnica è quella di tirarli da un lato tenendo l'altra estremità con il palmo e piano piano allungandoli fino ad esaurire la pasta. Una volta tirato il vostro picio, fatelo rotolare nella farina di semola o di fioretto affinché non si appiccichi agli altri. Una pasta morbida e riposata si tira con estrema facilità.
Preparate il condimento al guanciale.
Tagliatelo a cubetti piccoli e metteteli a stufare dolcemente in una padella
senza nessun altro condimento. Quando avrà perso gran parte del suo grasso,
fatelo dorare a fuoco un po’ più vivace per qualche minuto fino a farlo
diventare croccante.
Cuocete i pici in abbondante
acqua salata per circa cinque minuti dalla ripresa del bollore dell’acqua.
Quindi scolateli e conditeli con il guanciale.
Mettete in ciascun piatto un po’
di passata di ceci e olive calda. Adagiatevi i pici con il guanciale, conditeli
con l’olio al rosmarino, una macinata di pepe e decorate con la
passata di ceci rimasta.
Con questa ricetta partecipo all'emmetichallenge di gennaio.
Ciao,
RispondiEliminapassa da me a ritirare un premio!!!
Ma grazie! Arrivo :)
EliminaStasera, faccio fatica a commentare questa rua ricetta, perchè fatico a districarmi dal goviglio di emozioni che mi hanno provocato il post introduttivo prima e il tuo piatto poi. Che è l'espressione più compiuta e più eloquente del senso stesso della nostra sfida, che si connota sempre di più come una ricerca, intessuta di passione, di rispetto, di amore. Sono questi i veri condimenti della tua proposta, che li declina nelle note più alte, con un piatto pensato nei minimi dettagli, limato alla perfezione, teso in un raro equilibrio di contrasti, eseguito con una precisione, una competenza, una disinvoltura che lasciano strabiliati. Le olive frullate nella passatina, la stufatura del guanciale, il ricordo del rosmarino nell'olio son cose che non si improvvisano e che arricchiscono di stimoli la nostra sfida.
RispondiEliminaIn più, c'è l'emozione. Che di solito non s' accorda con l'intelletto e col lavoro di ricerca, ma che quando trae da qui la sua linfa, arriva subito dritta al cuore e non lo lascia più.
interpretazione straordinaria, mai come stavolta.
Sono commossa e non ho più parole. Grazie di cuore :)
EliminaAbbinare i pici ad un condimento che richiami anche il Salento è una meravigliosa sorpresa. I profumi e i sapori di quella bellissima terra dove torniamo ogni anno d'estate mi mancano sempre molto durante l'inverno e stasera con la tua ricetta li ho ritrovati nella memoria ed è stato un bel momento.
RispondiEliminaGrazie e complimenti per questa bellissima ricetta, e per i pici perfetti!
Francy
Anche tu vacanze in Salento? che fantastica terra vero? ;) Ciao Francy e grazie!
Eliminail post, che giustamente ale ha riproposto quasi intero, sarebbe da incorniciare.
RispondiEliminabellissimo, emozionante, e la ricetta, nella sua sapiente semplicità, è da incorniciare anche lei.
tacciamo poi delle foto, che però lodare le foto in un contesto così alto sarebbe quasi sminuire il resto.
insomma, resto ammaliata.
Ma grazie! Mi fanno molto piacere i tuoi complimenti :)
EliminaApperò!! Sapore, sapore e sapore e quello, per i miei gusti è proprio indispensabile, soprattutto in un piatto così umile ma ricco di gesti, tempo, pazienza.
RispondiEliminaSe annodassimo tutti i pici prodotti in un sol giorno certamente avremmo già riunito l'Italia....pare poco!!!!
Un saluto
fabi
Altrochè! Che bella immagine... i nostri pici che riuniscono l'Italia :) Ciao e grazie!
Elimina...no, ma ti sembra che io, a queste ore della "madrugada", devo imbattermi in post del genere?
RispondiEliminaLeggerti e vedere questa meraviglia mi ha aperto il cuore e la fame! E adesso chi dorme più?
Ricetta Fantastica, da sogno!
besos
Ciao Mai, grazie mille! Ora passo da te. Hai fatto anche tu i pici? :)
Eliminaammappate che storia e che pici!
RispondiElimina:O)
Sandra
Ammappate... grazie! ;)
EliminaEmozione e sentimento vengono trasmessi in questo post in modo tanto armonioso come la ricetta dei pici semplicemente stupenda!!! :-)
RispondiEliminaCiao Ilaria, mi fa piacere che ti sia piaciuta la mia ricetta e aspetto di vedere la tua ;)
EliminaPost stupendo! Ricetta stupenda! Baci
RispondiEliminaGrazie mille Elisabetta! Bacioni :)
EliminaCara Mari,
RispondiEliminaquesto post avrei potuto scriverlo io. Mentre lo leggevo, percorrevo a memoria le emozioni che ti avvolgono in cucina e che sono le stesse che provo io, figlia trapiantata di genitori le cui famiglie sono disperse in mezza Italia. Sono toscana per puro caso, ma le mie radici sono estese dal profondo nord al profondo sud e credimi, se tu andassi a leggere i miei post sui cavatelli e sulle tagliatelle, troveresti le esatte emozioni che hai provato tu la prima volta che hai messo le mani in pasta. Hai espresso con grandissima passione l'amore che provi per la cucina ed il significato che per me questa rappresenta: l'individuazione di radici che ho perso quando avevo 7 anni e che cerco costantemente di ritrovare nei territori che mi ospitano nel mio girovagare.
Il risultato di questa emozione traspare nel piatto che ci hai regalato, basico, essenziale, che toglie anziché aggiungere (ed è quello che io amo) e che bilancia la dolcezza della passatina con la lieve amarezza delle olive, lasciando al guanciale il compito di ammorbidire con sapidità il tutto. Potrebbe davvero essere un piatto nostro. In compenso è profondamente tuo.
Ti abbraccio e ti ringrazio davvero. Pat
Cara Patty, che dire? Come è successo ieri mi commuovo nuovamente per le bellissime cose che hai scritto tu oggi. Lo sai quale è la cosa che mi fa più piacere? Essere riuscita a tradurre con le parole, ma soprattutto con i miei pici :), un sacco di emozioni e il fatto poi di poter condividere queste emozioni con voi tutte mi riempie veramente di gioia.
EliminaCorro a vedere i tuoi cavatelli ;)
Un abbraccio e grazie a te!
un primo piatto molto gustoso ceci e pasta di abbinano molto bene
RispondiEliminaIn effetti la pasta con i ceci, così come con tutti i legumi in genere, è sempre molto gustosa. Ciao e grazie!
EliminaCiao Mari, io di cucine regionali conosco solo la mia, ma per fortuna ci sono blog come il tuo che aprono una finestra in altre parti d'Italia, e io nella tua finestra devo dirti che mi affaccio sempre molto volentieri perché ogni volta trovo molto più di una ricetta! Io invece sono ancora ferma alle sole ricette, un po' mie, molte prese qua e là, mi sembra che il mio blog non abbia ancora un'identità, il tuo invece ce l'ha ed è un'identità molto bella, continua così!
RispondiEliminaun abbraccio e buona giornata!
E io invece, Maria Pia, mi affaccio sempre molto volentieri alla tua finestra, perchè non è assolutamente vero che il tuo blog non ha un'identità, basta vedere le ricette che proponi e la passione che che ci metti sempre in quello che fai. E basta vedere la tua ultima ricetta del pane, il modo con cui l'hai preparato e l'hai proposto sul tuo blog denota una capacità e una passione per la cucina non indifferente. O come a volte hai il coraggio di apportare variazioni alle ricette dei pasticceri più famosi e con risultati strepitosi.
EliminaQuindi continua anche tu così :)
Un abbraccio e buona giornata anche a te!
la passione di certo non mi manca e mi fa piacere sapere di essere riuscita a comunicarla, grazie di essere sempre presente e grazie delle tue parole, sempre positive!
EliminaGrazie a te cara!
Eliminapiu guardo il piatto più esce la bava :O che boniiii
RispondiElimina^_^
Veramente con tutti ‘sti pici in giro per il web in questo periodo c‘è da uscirne pazzi ;))))
Eliminaciao e grazie!
Brava complimenti per questa ricetta deve essere proprio buona!!! Mi piace anche l'accostamento degli ingredienti, da provare anche perché mio marito adora i ceci cucinati in qualsiasi modo!!! Ancora brava. Isa
RispondiEliminaGrazie Isa! Sono contenta che ti siano piaciuti. Allora prova a farli, è molto più semplice di quanto sembri.
EliminaIdem come sopra, Mari: un accostamento sublime per sapori e consistenze, che solo la tua bravura poteva tirare fuori!!!!
RispondiEliminaIdem come sopra. Dai Mapi... senti chi parla! ;)
EliminaChe pici! Ricetta segnata perchè adoro tutti gli ingredienti che hai usato e la replicherò sicuramente.... Bravissima!
RispondiEliminaBuona giornata,
Sarah
Grazie mille Sarah! Sono ingredienti semplici ma anche a me piacciono molto. Ciao :_
EliminaSono estasiata dalla bellezza del tuo piatto! Un tripudio di colori tenui che disegnano consistenze che mi pare di poter percepire davvero al palato!
RispondiEliminaComplimenti davvero e in bocca al lupo!
Ma grazie! Io pure sono rimasta colpita dai tuoi pici e dalla storia con cui li hai accompagnati!
EliminaMa che bel piatto e che bell presentazione!
RispondiEliminaVien voglia di accomodarsi ed assaporarli fino all'ultimo ... (pici o picio??)
Un abbraccio, a presto
Sabrina
http://www.delizieeconfidenze.blogspot.it/
Grazie Sabrina! In effetti in questo momento questi pici li rifarei volentieri per mangiarmeli di nuovo ;) Forse è l‘orario...
Eliminaciao e grazie!